da: Salvina Bassi
Non ho parole per commentare la “petizione” con cui si chiede alla Biblioteca Bassani di rimuovere i libri di Pansa. “Petizione” che denota il permanere, in chi l’ha ideata, di una concezione stalinista che è l’esatto contrario di una democrazia evoluta, nella quale sono i cittadini, dopo essersi documentati in modo pluralista, a trarre le conclusioni dettate loro dalla coscienza e dall’intelligenza.
Piero Fassino, figlio di un comandante partigiano e allora segretario DS, scrisse, in un articolo apparso su l’Unità il
28 dicembre 2003, che “non dimenticare significa anche fare i conti con le pagine tragiche dell’immediato dopoguerra. Quando la vittoria agognata acceca le ragioni dei vincitori, e i vinti sono più vinti e indifesi che mai”.
E Napolitano, nel discorso pronunciato dopo la sua prima elezione, pur esaltando doverosamente la Resistenza, ricordò anche che non mancarono pagine grige e zone oscure.
Chiedo ai sottoscrittori della “petizione” : vogliamo censurare anche Fassino e Napolitano, noti e pericolosi revisionisti?
Quanta nostalgia per la sinistra sessantottina che urlava “vietato vietare”…