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C’è anche il ferrarese Andrea Fantini nell’equipaggio della Maserati di Giovanni Soldini in partenza in questi giorni per un intenso anno di prestigiose regate e sfide ai record sulle rotte oceaniche. Il primo appuntamento è la RORC Caribbean 600 Miles Race, che inizia il 23 febbraio da Antigua, nei Caraibi e l’ultimo sarà la celebre Rolex Sidney-Hobart Yacht Race, 628 miglia nautiche in condizione estreme.
Ma come c’è finito questo intrepido trentaduenne a bordo della barca più importante d’Italia? Glielo abbiamo chiesto mentre stava ultimando i lavori di cantiere prima di prendere il mare.

“Ho iniziato ad andare in barca da piccolo. Quando sono nato, i miei genitori avevano già una barca quindi io e mia sorella abbiamo iniziato prestissimo. Crociere in Adriatico, niente di che, ma credo che già all’epoca la passione per il mare abbia iniziato a farsi sentire. Poi mi sono laureato in farmacia, ma da quando ho iniziato l’università ho cominciato a navigare più seriamente e a viaggiare in continuazione”.

andrea-fantini
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“Appena mi sono laureato, da “uomo libero”, sono partito per mare, ho navigato tanto, dappertutto, passando da una barca all’altra, sempre prediligendo le regate e le barche da corsa, in particolare le barche da regata oceanica in solitario, perché quello è sempre stato il mio sogno. In particolare il Vendee Globe, il giro del mondo in solitario senza scalo e assistenza, ma questa è un’altra storia, per ora ancora molto lontana.
Dopo un po’ di tempo che continuavo a navigare sulle barche di altri ho iniziato a cercare uno sponsor che mi permettesse di affittare un class40 (barca da regata oceanica) e di partecipare alle regate della stagione 2011, in particolare alla Transat Jacques Vabre. Dopo alcuni mesi di ricerca, il sogno si è realizzato. Una piccola azienda ferrarese, Studio Energia, specializzata nel settore delle rinnovabili, ha deciso di supportare il mio progetto, così il 2011 è stata la svolta della mia vita velistica diciamo. Sono stato sponsorizzato per più di un anno, potendo così partecipare ad importanti regate, tra cui appunto la Jacques Vabre, regata con due persone di equipaggio che va dalla Francia al Costa Rica. Quindi il 2011 lo considero il mio primo anno da professionista”.

“E’ una passione, e in quanto tale è difficile spiegarne le cause, comunque ci sono alcuni fattori che mi hanno spinto a farne un lavoro, come la libertà che si prova ad attraversare l’Oceano, ad essere migliaia di miglia lontani da terra, ad avere bisogno solo di mangiare, dormire e coprirsi. Il fatto che la vela ti porta a viaggiare per il mondo, in modo pulito, a conoscere popoli e culture diverse, conoscere gente nuova, instaurare forti amicizie. Poi ci sono le regate, e quindi la competizione, che per me è alla base di ogni sport, io non potrei farne a meno”.

“Nel 2013 ho incontrato Soldini per caso a Genova, gli ho chiesto se aveva bisogno di gente, mi ha fatto fare qualche giorno su Maserati in Cina, e da lì non sono più sceso. Sono con loro da un annetto più o meno. Lavorare con Giovanni è fantastico, ogni giorno impari qualcosa, d’altra parte ha vinto due giri del mondo in solitario, un motivo ci sarà…non puoi far altro che rubargli più cose possibile! Poi anche gli altri ragazzi del team sono grandi professionisti, da ognuno impari qualcosa”.

“La mia vita non è cambiata, giravo tanto prima e giro tantissimo adesso. E’ un impegno notevole, non vivo mai per più di un mese nello stesso posto, si passa da un Oceano all’altro, da un continente all’altro, è difficile quindi avere dei legami stabili. Ma è bello così, arriverà un giorno il momento di rallentare, ma è ancora lontano.
A terra ci sono periodi di cantiere, in cui si lavora per preparare la barca alle future regate e navigazioni, a bordo faccio un po’ di tutto. Quando fai lunghe navigazioni devi essere in grado di riparare tutto quello che si rompe, non si può sapere tutto, ma in qualche modo devi risolvere i problemi che regolarmente arrivano. Poi ogni secondo libero lo passo a cercare gli sponsor per il mio progetto”.

Nonostante i risultati raggiunti, Andrea si ritiene “anni luce” lontano dall’apice della sua carriera.

“Devo imparare ancora tantissimo. Ho un mio personale progetto, che prevede la mia partecipazione alle più importanti e mitiche regate oceaniche al mondo, come la Transat Jacque Vabre, la Route du Rhum, la Ostar, e un giorno, forse, il Vendee Globe!”.

Con dei sogni così e il mare davanti, non si può che stringersi attorno ad Andrea e tifare Maserati e un po’ anche Ferrara.

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Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.

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