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Da: Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie – Coordinamento di Ferrara

Dal 22 novembre al 10 dicembre il viaggio di Liberaidee sarà in Emilia-Romagna: iniziative, spettacoli, dibattiti, eventi sportivi, cene e formazioni per animare un dibattito locale che, a partire dai dati raccolti in ogni regione attraverso una ricerca sociale sulla presenza e sulla percezione delle mafie e della corruzione nel nostro paese, ha l’obiettivo di riscrivere l’agenda dell’associazionismo in tema di mafie e corruzione.

Proprio dalla ricerca di Liberaidee emerge che, secondo quanti hanno risposto ai questionari nella nostra regione, il traffico di stupefacenti è l’attività principale delle mafie in Emilia-Romagna.

A Ferrara, tra gennaio e settembre 2018, ci sono state 90 operazioni antidroga, che hanno portato al sequestro di 49,613 kg di droghe.

Come si è evoluto negli anni il traffico internazionale di droga che ha Ferrara e i suoi Lidi come punto di arrivo e di smercio per i carichi di sostanze stupefacenti? Quali sono le possibili forme di contrasto a un fenomeno così complicato e in continua evoluzione?

Se ne parlerà in occasione della presentazione del dossier Droghe: tra narcotraffico e spaccio in Emilia-Romagna, tappa ferrarese della carovana di LiberaIdee – organizzata dal Coordinamento Provinciale e dal Presidio studentesco di Ferrara di Libera – lunedì 26 novembre alle ore 21 negli spazi di Factory Grisù (via Poledrelli, 21), partner dell’iniziativa e uno dei luoghi da cui parte il progetto di riguadagnare spazio alle piazze di spaccio in città, attraverso la rigenerazione urbana e la rioccupazione dei luoghi pubblici da parte della comunità.

Il rapporto, promosso dal Coordinamento Regionale e prodotto grazie al contributo, per acquisizione delle fonti, di tutti i Coordinamenti territoriali dell’Emilia-Romagna, rende una chiara fotografia del fenomeno, dando conto dell’importanza in materia di una complessiva ed efficace politica di prevenzione e repressione del fenomeno che, inevitabilmente, trae origine da una costante sinergia di tutti gli attori coinvolti, sul piano istituzionale e associativo.

Ospiti di Donato La Muscatella, referente del Coordinamento di Ferrara di Libera, saranno: Sofia Nardacchione, responsabile Informazione Libera E-R e curatrice del dossier, Sara Tanzarella, referente del Presidio studentesco “Giuseppe Francese” di Ferrara di Libera, e Nicola Bianchi, giornalista de Il Resto del Carlino.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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