Skip to main content

Da: Potere al Popolo – Ferrara

In questo 25 aprile di “distanziamento”, di lavoro insicuro e di enormi difficoltà sociali per milioni di persone, Potere al Popolo ha preso parola e iniziativa per riaffermare valori e princìpi che la narrazione dominante vorrebbe offuscare e stravolgere, per imporre una visione di società che rigettiamo completamente.
In primo luogo l’antifascismo per noi non sarà mai un’innocua retorica. C’è chi ci invita a cantare l’Inno del Piave assieme a Bella Ciao per veicolare una melmosa unità nazionale, che mette insieme interessi e prospettive inconciliabili per annullare ogni capacità critica. Il grande massacro della Prima Guerra Mondiale non ha nulla a che vedere con la lotta di Liberazione! La Resistenza vive nelle lotte del presente!

Inoltre questo 25 aprile cade in un contesto di restrizioni forzate, di discrezionalità e di abusi di potere verso le persone fermate fuori dalle loro case. Delle 340.000 denunce e sanzioni per violazioni delle restrizioni tra l’11 marzo e il 20 aprile ben poche sono verso aziende che non hanno rispettato le regole di sicurezza, mentre la maggior parte sono state comminate verso singole persone per strada, additate come il nemico a portata di mano da dare in pasto alla paura e al risentimento di una società immobilizzata dalla quarantena. A una classe dirigente che discute con leggerezza di “fase due” ricordiamo che non ci potrà essere alcuna “riapertura” che prescinda dal rafforzamento dei presidi epidemiologici sul territorio e dal ripristino della democrazia, cioè dell’agibilità politica dello spazio pubblico.

Infine, e non certo per importanza, riaffermiamo anche in questo 25 aprile il nostro antagonismo a chi, come la Confindustria e la classe politica a essa subalterna, hanno cercato ed agito ripetutamente per mettere al primo posto le ragioni del profitto privato rispetto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori e dei loro familiari. Lavoratrici e lavoratori sono stati e rischiano di essere ancora la carne da macello da gettare in questa “guerra” al virus che si combatte nelle fabbriche, negli ospedali, nei magazzini, esattamente come i soldati semplici furono mandati al macello nelle trincee delle guerre del Novecento.

Il 23 aprile nell’anniversario della liberazione di Ferrara con un atto di civilissima disobbedienza abbiamo voluto ricordare l’impegno e il sacrificio dei partigiani e delle partigiane del territorio ferrarese. Abbiamo posto un cartello sulla salita dell’allora Ponte dell’Impero (oggi Ponte Altiero Spinelli), vicino al luogo ove venne ucciso il comunista Bruno Rizzieri (1918-1944), organizzatore dei Gap ferraresi, caduto in uno scontro a fuoco durante un’operazione di sabotaggio.
Il 25 aprile, festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, abbiamo ricordato alcuni episodi della Resistenza ferrarese, con fiori e cartelli nei luoghi ove agirono i partigiani: il sacrificio di Bruno Rizzieri (via IV Novembre); l’azione con cui Mario Bisi giustiziò il maresciallo Villani, seviziatore fascista (via Formignana); le fucilazioni di antifascisti della Certosa (via Borso) e dei “dieci martiri” di Porotto (via Ladino).

Sulla base dei valori celebrati in questi giorni ci prepariamo alla prossima giornata di lotta del Primo Maggio, nella quale gli obiettivi della giustizia sociale, dei diritti dei lavoratori, della lotta alle disuguaglianze, della redistribuzione della ricchezza saranno al centro della mobilitazione internazionale, anche al tempo della pandemia globale.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it