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Da: Azione contro la fame – Ufficio stampa

Milano, 24 luglio 2020 – Sono saggi, romanzi e testi per bambini. Aiutano a comprendere la società odierna, analizzando o raccontando le cause strutturali della fame, della povertà e della difficoltà di accesso ai beni di prima necessità da parte di milioni di persone. Si tratta dei 17 testi selezionati da Azione contro la Fame nell’ambito del progetto “Libri contro la Fame”. Si tratta dell’iniziativa di sensibilizzazione promossa sottoforma di premio letterario con l’obiettivo di creare un network di scrittori e editori capace di trattare, con l’uso di nuovi linguaggi, i temi della fame e della malnutrizione, oltre che le loro cause strutturali e le dirette conseguenze di queste gravi piaghe globali.Nuovi approcci e testimonianze in merito alla trattazione di una ferita ancora aperta in molti Paesi del Sud del mondo: va ricordato che, secondo le ultime stime diffuse dal SOFI 2020, 690 milioni di uomini, donne e bambini nel mondo soffrono, oggi, di fame e di malnutrizione.

Autori ed autori che hanno aderito all’iniziativa
Numerose case editrici e autori, italiani e internazionali, hanno aderito a “Libri contro la Fame”: l’organizzazione ne ha selezionati 17, suddividendoli in tre categorie: narrativa, saggi e libri per bambini.

  • “La valigia” (Carthusia Edizioni) di Angelo Ruta (illustratore editoriale e autore). Libro, in bianco e nero, che racconta la brutalità della guerra e l’innocenza dei bambini. È la storia di un sogno custodito dentro una grande valigia, che un bambino trascina faticosamente lontano da un mondo desolante, distrutto da violenza e guerre.
  • “Il viaggio di Cam” (Carthusia Edizioni) di Arianna Giorgia Bonazzi (scrittrice). Cam è un seme, piuttosto vivace. Lui però non sa chi è e nemmeno cosa farà da grande. Questa incertezza gli fa intraprendere un viaggio in giro per il mondo, nei luoghi della solidarietà capaci di donare riposo e benessere, lontano dalla guerra, a tanti malati e, soprattutto, ai bambini in cura.
  • “Fame” (Rizzoli Libri) di Michael Grant (scrittore statunitense). Sono trascorsi mesi da quando gli adulti sono scomparsi e i ragazzi sotti i quindici anni sono rimasti intrappolati nella Fase. Il cibo è finito da settimane e i giovani sono affamati, senza una soluzione all’orizzonte. In questo scenario anche i buoni rivelano un lato oscuro. La serie precedente è “Gone”.
  • “L’uccellino rosso” (Iperborea) di Astrid Lindgren (scrittrice svedese). De fratellini orfani e costretti a lavorare duramente nella stalla inseguono un giorno un uccellino rosso arrivando alle porte di Pratofiorito. È il regno della fantasia a diventare il fido alleato di questi piccoli eroi, trasformando anche la sorte più avversa in una storia piena di meraviglie.
  • “Guerra bambina” (Edizioni La Gru) di Simona Novacco (educatrice, scrittrice e giornalista). Se un bambino ti chiedesse cos’è la guerra, cosa risponderesti? Il testo unisce poesia e immagini per dare una risposta a questo interrogativo e dare voce a tutti i bambini che la guerra sono costretti a viverla ogni giorno, ma resistono mentre tutti gli uomini crollano sotto il peso delle loro colpe.
  • “Commossi dal sogno” e “Le frontiere dell’inquietudine” (Il Quaderno edizioni) di Carmine Natale (scrittore, funzionario, formatore). Due testi dove il protagonista è il volontariato internazionale. Catherine Leclerc, per esempio, è una donna che sembra essere commossa dal sogno, affascinata dall’utopia e dalla bellezza della vita vissuta anche nella povertà delle baraccopoli o in contesti drammatici come quello dello sbarco dei migranti.
  • “Dov’è casa mia” (Minimum Fax) di Davide Coltri (scrittore, si occupa di progetti di istruzione nelle emergenze umanitarie). Il testo racconta le storie di Khalat, Anneke e Théogène. Si tratta di persone che l’autore ha incontrato nel corso del suo lavoro in ambito umanitario. Attraverso la loro testimonianza, ci mostra guerre civili e atti di terrorismo ma anche la solidarietà, la resistenza e la speranza di una vita diversa.
  • “Gli anni, i mesi, i giorni” (Edizioni Nottetempo) di Yan Lianke (scrittore di Henan, vive a Pechino). I due romanzi raccolti raccontano la vita contadina ambientata sui Monti Balou, catena immaginaria della provincia cinese del Henan. Lianke esplora la durezza delle esistenze dei suoi protagonisti, alla mercé di destini avversi e di una natura potente, inesorabile, a tratti feroce. 
  • “La linea del colore” (Bompiani) di Igiaba Scego (scrittrice, collabora con riviste che si occupano di migrazioni e di culture e letterature africane). Romanzo dalle tonalità ottocentesche nel quale l’autrice innesta vivide schegge di testimonianza sul presente, e ci racconta di un mondo nel quale almeno sulla carta tutti erano liberi di viaggiare: perché fare memoria della storia è sempre il primo passo verso il futuro che vogliamo costruire.
  • “Ajeneide” (Campanotto Editore) di Anna Bossi (scrittrice e insegnante). Fa parte di “Classicamente attuale”, che racchiude tre racconti che s’ispirano ad altrettanti classici: “L’Eneide”, “L’Orlando furioso”, “Romeo e Giulietta”. In particolare, il testo si concentra sull’Africa sub-sahariana, in villaggi in balia della guerra civile.
  • “Profughi del Clima” (Rubbettino Editore) di Francesca Santolini (giornalista esperta di temi ambientali, collabora con «La Stampa» e la trasmissione di Rai 1 Unomattina). Migranti climatici, rifugiati ambientali, eco profughi, indignados del clima: sono tante le espressioni per definire la nuova migrazione forzata che rischia di trasformarsi nella più grave crisi dei rifugiati dalla Seconda guerra mondiale.
  • “Matrimonio siriano, un nuovo viaggio” (Rubbettino Editore) di Laura Tangherlini giornalista e conduttrice di Rainews24). Come si sopravvive da profughi siriani? Quanto restano forti, dopo otto anni di conflitto, la nostalgia e il ricordo? La guerra è davvero finita? Le risposte a queste domande dalle voci delle vere vittime, di chi scappa e di chi ha paura a tornare. Il loro dramma in un libro di inchiesta, denuncia e amore.
  • “Ricette e precetti” (Casa Editrice Giuntina) di Miriam Camerini (regista, attrice e cantante). Un viaggio alla scoperta dei piatti nelle tre religioni monoteiste. Quarantacinque storie e ricette raccontano del rapporto intricato fra cibo e norme religiose ebraiche, cristiane e islamiche.
  • “Per amore della terra” (Castelvecchi Editore) di Giuseppe De Marzo (economista, giornalista, attivista e scrittore). Mentre ripercorre la geografia delle lotte in atto nel mondo ù, l’autore ci invita a riflettere sul mondo in cui viviamo e sul potere che abbiamo di trasformarlo, in nome dell’amore verso quella casa comune che si chiama Madre Terra che abitiamo.
  • “Fame. Una conversazione con papa Francesco alla luce dei dati della Fao arricchiti da analisi, commenti, testimonianze” (San Paolo Edizioni) di Gianni Garrucciu (giornalista, scrittore e docente). Partendo da una lunga conversazione privata con Papa Francesco, il libro di Gianni Garrucciu, partendo dagli ultimi dati ufficiali della FAO, dà volti e storie a numeri che fanno paura, ma che non possiamo più evitare: 821 milioni di esseri umani oggi patiscono la fame.
  • “Luci in lontananza” (Marsilio Editori) di Daniel Trilling (giornalista britannico, dirige New Humanist). La geografia dei flussi migratori che stanno ridisegnando il Vecchio continente raccontata attraverso le storie di chi sfida la sorte nella speranza di una vita migliore, per portare in superficie ciò che etichette come «richiedenti asilo» e «migranti economici» non sono in grado di restituire.

La fase finale dell’iniziativa

La manifestazione conclusiva si terrà nel mese di novembre. I libri saranno giudicati da una giuria di eccezione, in cui operano insieme diverse “anime”.
Staff di Azione contro la FameAlessandra Favilli (vicepresidente), Giovanni Terzi (membro del board), Simone Garroni (direttore generale), Nicola Giordano ed Elisabetta Dozio (operatori dell’organizzazione).
Personalità di spicco del mondo della letteratura e dell’editoriaGianni Biondillo (scrittore), Ginevra Bompiani (scrittrice, editrice e saggista), Emilia Lodigiani (editrice), Lucio Morawetz (Libreria Utopia), Maria Pace Ottieri (scrittrice e giornalista), Francesco Piccolo (scrittore e sceneggiatore), Christian Raimo (scrittore e traduttore), Elena Stancanelli (scrittrice), Nadia Terranova (scrittrice).
Personalità di spicco del mondo del giornalismo, della cultura e dell’entertainmentAlessandro Banfi (giornalista), Luciano Piscaglia (giornalista), Elena Salem (direttrice della Scuola Letteraria, docente di scrittura creativa e scrittrice), Giovanna Savignano (giornalista e speaker radiofonica), Metis Di Meo (conduttrice televisiva e attrice). 

Azione contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale leader nella lotta contro le cause e le conseguenze della fame. Da 40 anni, in circa 50 Paesi, salva la vita di bambini malnutriti, assicura alle famiglie acqua potabile, cibo, cure mediche e formazione, consentendo a intere comunità di vivere libere dalla fame.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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