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Da: Ferrara jazz Club

La diciottesima edizione di Ferrara in Jazz apre, venerdì 7 ottobre, sotto il segno della tradizione con il trio di uno dei maestri fondamentali dell’elaborazione del linguaggio jazzistico moderno, Harold Mabern. Il pianista ottantenne, mito del bebop, sarà spalleggiato da Paolo Benedettini al contrabbasso e Joe Farnsworth, batterista che completa la sezione ritmica con cui tuttora Mabern calca il palco dello Smoke Jazz Club di New York. Quest’anno Ferrara in Jazz, apprezzata kermesse concertistica organizzata dall’Associazione Culturale Jazz Club Ferrara con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara ed Endas Emilia-Romagna, spegne 18 candeline all’interno dello splendido Torrione San Giovanni, affidando il concerto di apertura, venerdì 7 ottobre (ore 21.30), ad uno dei maestri fondamentali dell’elaborazione del linguaggio jazzistico moderno, il pianista statunitense Harold Mabern. Cresciuto musicalmente sotto la guida di Phineas Newborn Jr e sviluppato il proprio personale linguaggio assieme al coetaneo McCoy Tyner, Mabern ha condiviso la scena con giganti del calibro di Booker Little, Frank Strozier, Lee Morgan, J.J Johnson, Benny Golson e George Coleman. Da alcuni anni è appassionato mentore dei bopper di nuova generazione tra cui Eric Alexander, Jim Rotondi e Joe Farnsworth, batterista che compone la sezione ritmica con cui Mabern calca tuttora il palco dello Smoke Jazz Club di New York, e con cui si esibirà al Torrione assieme a Paolo Benedettini al contrabbasso. Che l’ottantenne mito del bebop sembri vivere una seconda giovinezza lo conferma ‘Afro Blue’, secondo album registrato proprio nel rinomato club che ha abituato gli ascoltatori alle sue “Smoke Sessions”, in cui l’approccio muscolare e prettamente hard-boppistico alla tastiera, che negli anni ’60 aveva brillato particolarmente nelle formazioni guidate da astri come Sonny Rollins, Wes Montgomery e Freddie Hubbard, convince appieno soprattutto quando si ammanta di un blues ancestrale e profondo. Del resto Mabern, consapevole della sua classe, sa perfettamente come andare incontro al pubblico, usa stilemi innestandoli su canzoni popolari ed è il classico musicista che può piacere sia ad un neofita che ad un appassionato di lungo corso, per il suo approccio positivo e la ricerca di una limpida intelleggibilità. Di orientamento completamente diverso è il concerto in programma per sabato 8 ottobre, che vede protagonista il New Zion Trio featuring Cyro Baptista, formazione guidata dal compositore e polistrumentista Jamie Saft che si è fatto notare, in primis, nella scuderia di John Zorn.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena 333 5077059 (dalle 15:30)
Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Con dispositivi GPS è preferibile impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Intero: 20 euro
Ridotto: 15 euro (la riduzione è valida prenotando la cena al Wine Bar, accedendo al solo secondo set, fino ai 30 anni di età, per i possessori della Bologna Jazz Card, per i possessori di MyFe Card, per i possessori della tessera AccademiKa, per i possessori di un abbonamento annuale Tper, per gli alunni e docenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio ‘G. Frescobaldi’ di Ferrara)
Intero + Tessera Endas: 25 euro
Ridotto + Tessera Endas: 20 euro
NB Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria: 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set: 21.30
Secondo set: 23.00

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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