Skip to main content

Al Lido degli Estensi, anche se con un tempo dal cielo scuro, alcuni lampi, un po’ di pioggia, il sole che a volte buca le nuvole, alcuni sguardi dal lungo mare, i lavori quasi finiti del porto canale, le settimane scorse stati foriere di una piacevole sorpresa, anche per chi come me da tantissimo frequenta questo litorale.
Se poi sei al secondo piano di una palazzina, dove la vista si fa larga e lunga, vedi i colori del mare che cambiano ogni mezz’ora, i segmenti bianchi delle onde sembrano quasi barriere sonore, la spiaggia deserta ti dà il senso di una serenità ricevuta, le barche a vela si alzano solo se c’è il vento giusto; poi, di notte, intravedi una trentina di pescherecci che cercano di raccogliere il pescato necessario per far vivere una famiglia.

Questi semplici ma significativi elementi mostrano un quadro d’insieme che, quando lo cogli, ti genera dentro un grande appagamento.
Siamo fermi, a pochi passi dal canale, tra le due grandi dune di sabbia, piene di arbusti, siepi ed erbacce, certamente non ben curate, e, nel mezzo, ci sono i tre bagni che ti offrono un bel contesto per riflettere, o almeno singolare. Una singolarità che nasce proprio dal mese primaverile di maggio, in cui solo puoi osservare: due che corrono sulla pista ciclabile, una madre con la carrozzina e la suocera, tre bambini sullo scivolo, una lunga distesa di sabbia senza ombrelloni, ma già spianata e pulita per l’arrivo di giugno e, vicino, un centro sportivo che si anima nel tardo pomeriggio. In un grandangolo che ti fa dire che queste cose le gusti solo ora, in un maggio per pochissimi ma, comunque, bellissimo.
Se, poi, vuoi fare due passi sul viale, c’è già qualcuno che ti aspetta, puoi comprare qualcosa, la solita gentilezza, senti parlare romagnolo, modenese, veneto e qualche straniero.

Che questo lido offra abbastanza è nelle sue corde, quello che piace segnalare è che, dopo la zona del Pettina, vicino al canale Logonovo, la parte centrale resta ancora la più animata e viva. In più, abbiamo scoperto il rilancio della “vecchia zona del porto”: quella fontana a getti d’acqua, una rotonda originale con attorno tutto quello che serve ai villeggianti e un lungomare nord silenzioso, quasi a precostituire un dopo del nuovo porto canale e la passeggiata che fra poco andremo a percorrere.
Evidentemente ci voleva proprio il progetto idrovia per smuovere vecchie incrostazioni demaniali e marittime, per fermarci solo qui, e riempire con nuove scenografie le contiguità tra le due porte di Venezia e Ravenna che restano il limite del vialone del Carducci.
Forse resta solo da fare una bella pulizia alla pavimentazione, alle aiuole aggiungendo accuratamente fiori, alcune luci e la giusta animazione, per dare quel “la” necessario e raggiungere l’“eccellenza”, produrre la perla che mette insieme i sette lidi di Comacchio.
Che la crisi possa passare valorizzando al meglio i tanti turismi che possiamo offrire, dipende anche da tutti noi, e sono certo che ci riusciremo.
Speriamo di non doverci ricredere, carissimi lidi… tanti auguri!

tag:

Enzo Barboni


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it