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Da: Comunicazione Istituzionale e Digitale Unife Ufficio Stampa

Presentato oggi in Rettorato il progetto internazionale “PRIMED – Prevenzione e Interazione nello Spazio Trans-Mediterraneo”, di cui l’Università di Ferrara è partner assieme all’Università del Piemonte Orientale, come capofila e ad altri prestigiosi Atenei italiani e dei Paesi della Cooperazione Islamica (OCI).

Presenti l’Assessore della Regione Emilia-Romagna a coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, Patrizio Bianchi, il Delegato all’internazionalizzazione Matteo Vincenzo D’Alfonso e il Delegato alla terza missione Michele Pinelli, il Direttore scientifico del progetto, Roberto Mazzola dell’Università del Piemonte Orientale e la Referente scientifica del progetto per l’Università di Ferrara, Enrica Martinelli.

PRIMED è un progetto di durata triennale, è finanziato dal MIUR per 850.000 Euro per il primo anno e 2 milioni in totale per il secondo e terzo anno, e coinvolge 22 Università, di cui 12 italiane e 10 straniere, in particolare Atenei di Egitto, Marocco, Tunisia, Libano, Algeria, Ciad e Niger.

L’obiettivo è affrontare i bisogni conoscitivi e operativi connessi ai processi d’integrazione in Italia e al contrasto alla radicalizzazione, in particolare attorno a tre assi: la cooperazione scientifica tra Italia e Paesi OCI sui temi dell’integrazione e della radicalizzazione tramite la costituzione di una rete interuniversitaria di studenti, ricercatori e docenti; la formazione dei protagonisti delle politiche di integrazione e del contrasto alla radicalizzazione, ovvero enti territoriali, Prefetture, amministrazione penitenziaria, pubblica sicurezza, scuola, strutture socio-sanitarie, operatori economici; la formazione di dirigenti e imam che svolgono le proprie funzioni in Italia.

“Ferrara avrà un ruolo fondamentale – ha illustrato la Prof.ssa Martinelli – sia partecipando all’intero progetto, sia ospitando e organizzando un workshop dedicato al tema “Giurisprudenza, integrazione e radicalizzazione” che si terrà il 13 e 14 giugno prossimi”. “Il PRIMED – ha concluso il Prof. Mazzola – oltre a incrementare la mobilità accademica di studenti e docenti, ha soprattutto l’obiettivo di rafforzare il ruolo degli Atenei italiani nel contesto della ricerca internazionale, promuovere la formazione superiore, ma soprattutto costruire linguaggi e metodi comuni e integrare competenze».

Il progetto prevede la realizzazione di diverse iniziative, come una summer school su “Integrazione, interpretazione e diritti” dedicata a 20 studenti degli atenei italiani partner; una winter school sul tema della radicalizzazione e del proselitismo jihadista dedicata a dirigenti del sistema penitenziario italiano e dei paesi OCI (nello specifico 10 italiani e 10 marocchini); la riattivazione del Master di I livello in Studi sull’Islam d’Europa, corsi di alta formazione dedicati a operatori della pubblica amministrazione, socio-sanitari, della pubblica sicurezza e agenti di polizia penitenziaria, dirigenti scolastici e insegnanti, personale religioso, un ciclo di 4 corsi congiunti sul tema dell’integrazione nella didattica ordinaria at home and abroad; viaggi di studio verso paesi OCI e verso l’Italia per studenti e per docenti in qualità di visiting professors.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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