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da: Annalisa Felletti, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara

La “giornata contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia” è un grande evento mondiale che lega in un forte abbraccio arcobaleno oltre 130 paesi, ciascuno con le proprie peculiarità. Si “celebra” il 17 maggio per richiamare alla memoria quel giorno del 1990 in cui l’omosessualità fu cancellata dall’Organizzazione mondiale della sanità dall’elenco delle malattie mentali.
Questa enorme mobilitazione contro le violenze e le discriminazioni nei confronti delle persone Lgbti rappresenta a mio avviso una delle lotte più combattute e dai riverberi più felici e positivi della globalizzazione.
Abitare il mondo sapendo che esistono persone, culture e idee diverse con la possibilità di esporle senza essere esclusi o emarginati significa, infatti, porre le basi per un futuro senza discriminazioni.
E’ la ragione per cui la nostra comunità si tinge dei colori dell’arcobaleno, assieme al resto del mondo, e si mobilita per il riconoscimento dei diritti e della pari dignità delle persone omosessuali, bisessuali, transgender, confermando l’impegno politico e civile nella promozione di una cultura accogliente che valorizzi le differenze al fianco delle associazioni Lgbti.
Per la nostra Città la celebrazione sarà doppia.

Questo 17 maggio, in occasione della decima giornata mondiale contro l’omofobia le organizzazioni attive da 15 anni sul nostro territorio inaugurano una propria sede. Il primo spazio messo a disposizione dal Comune di Ferrara, nel cuore della città, che diverrà la casa delle associazioni lgbti cittadine.
“Ripagrande 12”, così è stata nominata la sede, che oltre ad essere un importante spazio culturale ed aggregativo, agirà anche da antenna territoriale riconosciuta dalla rete regionale, per la rilevazione delle discriminazioni omofobiche.
Numerosi sono stati i traguardi raggiunti in questi anni in tema di diritti, non ultima la Legge Cirinnà sulle Unioni Civili, ma il fatto stesso che esista una giornata che punti il focus contro le disparità e le violenze causate dall’orientamento sessuale e l’identità di genere indica quanta strada ci sia ancora da percorrere.
In Italia nel 2015, sulla base del report annuale stilato dall’Associazione nazionale Arcigay sulla base delle sole notizie apparse sui media, ci sono state 93 vittime di omofobia, di cui 36 persone omosessuali aggredite mentre erano da sole e 28 mentre erano in coppia o in gruppo. Altre 23 persone Lgbti hanno ricevuto minacce di morte, pesanti intimidazioni o gravissime discriminazioni, 4 sono state uccise, due si sono tolte la vita e una ha tentato il suicidio.
Anche Ferrara, qualche mese fa, è stata teatro di una intollerabile aggressione omofoba, prontamente denunciata da chi ne è stato vittima. Ma a fronte di un incremento delle denunce, c’è chi è costretto a vivere in solitudine il dolore di non sentirsi accettato perché gay.
E’ accanto a loro che dobbiamo essere, come persone e come rappresentanti delle istituzioni. A tutte le vittime dei pregiudizi va dedicata questa giornata, a loro va confermato e rafforzato il nostro rispetto, contro il linguaggio dell’ignoranza e dell’odio e contro la “spirale del silenzio”.
Il fatto che la giornata internazionale contro l’omofobia sia riconosciuta e celebrata in tanti Stati e da diverse istituzioni internazionali, a partire dall’Unione Europea, rappresenta un importante stimolo ad andare avanti anche sul sentiero legislativo. La scorsa settimana il nostro Paese ha segnato un traguardo importante con l’approvazione della Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e sulla disciplina delle convivenze, perché nel momento in cui vengono riconosciuti giuridicamente dei diritti a chi ne era sprovvisto, la Democrazia diventa più forte; si tratta di una legge molto attesa e dibattuta da tanto, che finalmente ha sintonizzato il nostro perimetro normativo con i cambiamenti già in atto nel tessuto sociale italiano e che ha fatto colmare un grave ritardo rispetto agli altri paesi dell’Unione.
Lo slogan di questo 17 maggio è “L’omofobia non è un’opinione”: è così, i comportamenti omofobici sono violenza, insulto, discriminazione.
I pregiudizi troppo spesso sono veicolati e amplificati dalle strutture portanti della nostra società, la disinformazione ed il mancato riconoscimento dei diritti condannano all’esclusione. Oggi è tempo, sì, di riflettere sui progressi, ma è quanto mai necessario proseguire sul percorso intrapreso, sapendo che per garantire la coesione sociale è necessario un salto di qualità in tutti i settori: quello legislativo, della cultura e dell’educazione, del mondo del lavoro e dei media, alleati fondamentali per una corretta informazione ed il contrasto degli stereotipi e dei pregiudizi.
In questo periodo storico travagliato abbiamo bisogno tutti di concordia e maggiore armonia, lontano da rumori assordanti, da barriere e linguaggi aggressivi. C’è bisogno di spazio e di tempo per l’ascolto e la condivisione.
Le Associazioni Lgbti e le Istituzioni cittadine invitano tutti coloro che credono nell’uguaglianza e nelle pari dignità degli esseri umani, a partecipare alla festa della Giornata dai colori dell’arcobaleno, in Via Ripagrande 12, martedì 17 maggio a partire dalle 18.
Buoni Diritti a tutte e a tutti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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