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Tony Cicco è uno dei musicisti più conosciuti e apprezzati del mondo della musica italiana, diplomato al conservatorio di Napoli, viene alla ribalta verso la fine degli anni sessanta quando con Alberto Radius e Gabriele Lorenzi fonda la Formula 3. Nello stesso periodo inizia la collaborazione con Lucio Battisti che scrive e produce, insieme a Mogol, il loro primo 45 giri intitolato “Questo folle sentimento” e l’album “Dies Irae”. Nel 1973, dopo lo scioglimento della Formula 3, con il nome Cico iniziò la carriera da solista pubblicando il suo primo singolo “Se mi vuoi”, scritto con Carla Vistarini e balzato immediatamente al primo posto dei dischi più venduti. In seguito ha realizzato quattro album, sempre con la Vistarini come autrice dei testi e con gli arrangiamenti curati da Paolo Ormi e Gianni Mazza. Il 1990 vede la reunion della Formula 3, con la pubblicazione di nuovi album e due partecipazioni al Festival di Sanremo, il gruppo occasionalmente è ancora attivo, anche se i singoli componenti proseguono la carriera solista o con altri musicisti. Tony, batterista e tastierista, ha al suo attivo anche un’invidiabile carriera di autore, grazie ai successi scritti per Fiorella Mannoia, Peppino di Capri, Caterina Caselli, Drupi e Raffaella Carrà.

Un incontro importante per la Formula 3 è stato quello con Lucio Battisti, quanto fu importante lavorarci insieme?
L’incontro con Lucio per noi è stato fondamentale. Eravamo al Paip’s di Milano e durante una pausa venne a trovarci nel camerino per congratularsi con noi. Nacque subito una splendida collaborazione e ci “arruolò” nella Numero Uno, l’etichetta discografica che stava nascendo proprio in quel periodo. Da quel momento diventammo inseparabili sia nel lavoro sia in privato. Il primo album “Dies Irae” con il singolo “Questo folle sentimento” fu subito un grande successo, con Lucio realizzammo altri due album: “Formula 3” e “Sognando e risognando”, con relativi singoli, tra cui: “Eppur mi son scordato di te”, “Io ritorno solo” e “Sole giallo sole nero”. Lo accompagnammo nei suoi unici 20 rari concerti tra il 1969 e il 1970.

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Tony Cicco e la ‘sua’ Formula 3 con Angelo Anastasio e Ciro di Bitonto

Il successo negli anni ‘70 della Formula 3 ha superato i confini nazionali, vuoi parlarci della vittoria al festival Rock di Rio de Janeiro del 1972?
La vittoria al Festival Internacional da Canção del 1972 di Rio de Janeiro fu una grande soddisfazione, perché eravamo in competizione con artisti di fama mondiale. Presentammo il brano “Aeternum” (una suite musicale inserita nell’album “Sognando e risognando”) una delle nostre prime composizioni con il testo firmato da Lucio Battisti, che fu inclusa nella compilation del Festival. Tutti i nostri dischi sono stati pubblicati in Brasile e anche in Giappone, Corea, Germania, Francia, Venezuela, per conto della Rca Victor e della Numero Uno.

“Se mi vuoi” è stato un tuo grande successo del 1974, subito dopo lo scioglimento della Formula 3, era un periodo di grandi cambiamenti …
Si, dopo lo scioglimento della Formula 3 iniziò la mia avventura da solista. Mi trasferii a Roma e, prodotto da Gianni Boncompagni, realizzai il primo album intitolato “Cico di notte”, con il fortunato singolo “Se mi vuoi”. Seguirono altri album: “E mia madre”, “La gente dice” e relativi singoli, con i testi firmati dalla straordinaria Carla Vistarini.

Hai scritto canzoni e lavorato con importanti artisti, tra cui Loredana Bertè, quanto è importante la collaborazione tra colleghi?
Nel caso di “Io si io”, che Loredana Bertè portò a Sanremo nel 1988, fu lei stessa a chiedermelo perché in quel periodo eravamo in tour insieme. La collaborazione tra artisti è fondamentale. Soltanto se si fa gioco di squadra si può crescere artisticamente e umanamente. Come diceva quella famosa canzone: “Soli si muore …”.

Cosa ricordi della Rca Italiana degli anni ’70?
Nella mitica “Rca Italiana”, che ho frequentato artisticamente, si respirava lo stesso ambiente della Numero Uno. Incontri e collaborazioni con artisti famosi ed emergenti, si tratta di un periodo unico e oramai definitivamente perduto. I luoghi d’incontro alla Rca erano il mitico Bar (fortemente voluto da Ennio Melis), la mensa e il “Cenacolo” (la dirigenza lo considerava una sorta di campus libero). Tutti i giorni nelle piccole sale del Cenacolo, allestite con vari strumenti e registratori a 4 piste, si ascoltavano canzoni e provini. Quanti artisti e successi sono nati in quel luogo magico …

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Tony Cicco in tour durante l’estate 2014

Nel 2013 la Formula 3 è ritornata sul mercato discografico con il singolo “La tua Africa”, potremo vedervi nuovamente “dal vivo”?
“La tua Africa”, il brano che ho scritto insieme a Carla Vistarini, parla dell’amore per il prossimo e della solidarietà, un tema più che mai attuale che ben si inserisce nel nostro repertorio, non composto esclusivamente da canzoni d’amore. La Formula 3 ritornerà sicuramente in occasione di un grande evento.

Questa estate hai portato in giro il tuo Live Tour, che Italia hai incontrato durante i concerti?
Ho incontrato un’Italia insicura e incerta, ma allo stesso tempo affamata di speranza e di buona musica… La musica sarà sempre l’unica compagna della nostra vita, che riuscirà a regalarci sorrisi ed emozioni vere. Nel live propongo tutti i brani che mi rappresentano e anche quelli meno conosciuti, mi accompagnano Angelo Anastasio alle chitarre e Ciro di Bitonto alle tastiere.

Progetti nel cassetto?
Il mio nuovo album di inediti da solista è pronto. Sto aspettando l’occasione giusta per lanciarlo, facendo in modo che non manchi la promozione per farlo conoscere. Il momento attuale della discografia in Italia non è ottimale, ma sto lavorando per fare in modo che esca al più presto.

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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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