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Da: Organizzatori

A 45 anni dalla nascita tra le mura dell’Ospedale Psichiatrico di Trieste e dalla sua prima trionfale uscita per le strade della città, continua il viaggio di Marco Cavallo, il simbolo dell’abbattimento dei manicomi perseguito e realizzato da Franco Basaglia. Il grande cavallo azzurro, costruito da artisti e ospiti nel Padiglione P dell’ospedale triestino arriva ora a Ferrara nel quarantennale della legge 180 che sanciva l’avvio della riforma psichiatrica in Italia.
L’evento è in programma venerdì 19 ottobre, a partire dalle 15:30, in Piazza Municipio e Sala Estense.
Marco, dalla sua attuale residenza triestina, ha accettato volentieri l’invito di un altro cavallo, il mitico Ippogrifo di ariostesca tradizione, non meno legato al mondo della follia, del sogno, dell’invenzione. “Per incontrare gente e amici – ha scritto l’Ippogrifo – che hanno contribuito alla tua nascita, per parlare delle tue avventure, per ballare e cantare le tue canzoni e gridare ancora come 45 anni fa: abbiamo imparato di nuovo che cosa vuol dire stare insieme a inventare”.
E per ricordare, come affermava Franco Basaglia, checon Marco Cavallo è nato un progetto di vita che rappresentava un legame tra gli individui in una nuova dimensione, un concetto che all’epoca rompeva la quotidianità dell’orrore manicomiale ma ancora di stringente attualità, oltre ogni genere di muro.
La manifestazione è organizzata da Daniele Seragnoli e Giuseppe Lipani del Centro Teatro Universitario di Ferrara nell’ambito del progetto LST-La Società a Teatro2018.
Dopo l’iniziale incontro e festa a sorpresa tra i due cavalli che animerà la Piazza Municipio (Galleria Matteotti in caso di maltempo). si proseguirà all’interno della Sala Estense con la proiezione del video “Marco Cavallo” che documenta l’animazione collettiva che trasformò l’O.P. triestino in un laboratorio della fantasia, seguita da racconti e testimonianze di vari protagonisti per riflettere sui percorsi della psichiatria dagli anni ’70 a oggi e sulle possibilità attuali dei linguaggi artistici nell’area del disagio e in ambito terapeutico.
La giornata, dedicata a Franco Basaglia e ad Antonio Slavich che ne fu collaboratore prima di dirigere i servizi di salute mentale di Ferrara negli anni ‘70, ha come ospiti Giuliano Scabia, scrittore, drammaturgo e uno dei “padri” di Marco Cavallo;Giovanna Del Giudice, psichiatra e presidente della Conferenza Basaglia per la salute mentale nel mondo; Adello Vanni, psichiatra e collaboratore di Antonio Slavich a Ferrara.
Alla realizzazione dell’evento collaborano Antonio Utili, scenografo, Fabio Mangolini, attore, Chiara Baroni, cantante, con arie e canti di Sandra Mangini e dellaboratorio P di Marco Cavallo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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