LO SPETTACOLO
Comunicazione a “Doppio taglio” per la violenza alle donne
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Una donna in sottoveste, seduta per terra, le mani alzate per proteggersi, i lunghi capelli scarmigliati. E’ l’immagine classica che viene fuori – in redazione – quando c’è bisogno di illustrare un articolo che parla di un caso di violenza contro una donna. L’abbiano vista da sempre così; gli archivi di giornali, periodici e tv ne sono pieni. Anche sul motore di ricerca “Google immagini”, quando inserisci le parole “donna” e “violenza”, ne vengono fuori tante di questo genere. Per molto tempo abbiamo pensato, in buona fede, che andasse bene, che fosse il modo giusto: l’immagine è generica, l’identità della persona è protetta, il messaggio d’allarme c’è.
Eppure qualcosa non va. C’è qualcosa di sottilmente perverso, c’è uno stereotipo che non va bene. C’è il buio totale sul carnefice e il soffermarsi eccessivo sulla vittima. Quando si parla di rapina, si mostrano uomini in passamontagna o banche e negozi, mica cassieri o banchieri affranti; quando si parla di frode o ricatti, si usano immagini di valigette con banconote, non è che metti la persona frodata che nasconde il viso distrutto dal dolore. Ecco, a queste cose qui (e altre) hanno pensato gli autori e i sostenitori di uno spettacolo che andrà in scena al Ferrara Off Teatro venerdì 13 e sabato 14 febbraio 2015. Il titolo è “Doppio taglio” e si riferisce al modo in cui funziona l’arma della comunicazione sulla violenza alle donne.
In scena, come attrice e autrice, Marina Senesi che mette insieme l’impegno e l’ironia con i contenuti raccolti da Cristina Gamberi, ricercatrice universitaria. La forza della proposta ha convinto e coinvolto altri artisti: Lucia Vasini alla regia, la cantautrice Tanita Tikaram – memorabile per il suo “Twist in my sobriety” – qui con il brano inedito “My enemy”, i conduttori di Caterpillar Filippo Solibello e Marco Ardemagni per le voci. Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con Udi (Unione donne italiane) e Centro donna giustizia Ferrara, insieme all’assessorato Pari opportunità del Comune di Ferrara e il patrocinio di Rai Pari Opportunità, per una produzione Art Up Art di teatro civile.
Per chi la comunicazione la fa di mestiere è anche un’occasione per riflettere e approfondire il modo di raccontare queste cose. La rappresentazione di domani, venerdì 13 febbraio, infatti, grazie all’adesione dell’Ordine dei giornalisti Emilia-Romagna e in collaborazione con l’ufficio Stampa del Comune di Ferrara, è stata inserita nel programma nazionale di formazione professionale con il riconoscimento di crediti. Dopo lo spettacolo, dunque, ci sarà una tavola rotonda con Marina Senesi e Cristina Gamberi; interventi di Stefania Guglielmi (Udi Ferrara) e Paola Castagnotto (Centro donna giustizia); coordinamento di Alexandra Boeru, giornalista di Telestense.
“Doppio taglio” in scena venerdì 13 e sabato 14 febbraio 2015 alle 21, ingresso a pagamento, al Ferrara Off Teatro, viale Alfonso I d’Este 13 a Ferrara.
Giorgia Mazzotti
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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