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Da Movimento 5 stelle

Non si placa la polemica sull’assegnazione degli alloggi popolari del comune di Ferrara, che ha assunto una dimensione nazionale dai teleschermi di Sky TG24 dove l’assessore Sapigni ha portato il suo difensivo punto di vista, senza enfasi né entusiasmo.
L’assessore ha provato inutilmente a convincere che la sua idea di questa 29a graduatoria è giusta, la migliore possibile e ragionare su nuovi criteri di assegnazione è impossibile. Ricordiamo all’assessore che non porsi neanche un ragionevole dubbio sul merito delle obiezioni che le vengono poste è miopia politica e rasenta la incapacità di ascoltare i suoi concittadini. Gli squilibri demografici ci sono, palesi. Lo hanno potuto constatare tutti quelli a cui quell’elenco è finito in mano.
Il regolamento che ha portato alla realizzazione della 29a graduatoria si basa su un atto comunale del 2015, che da un punto di vista politico e delle problematiche sociali attuali è come parlare di preistoria. L’immobilità di pensiero, comporta un arretramento dello stesso, in contesto evolutivo dinamico che va sempre e solo avanti.
Vorremmo ricordare alcune cose al nostro assessore: il suo regolamento stabilisce “periodicamente, attraverso avvisi pubblici ed ogni altra forma di pubblicità che si ritiene utile ed opportuna, viene riproposta adeguata informazione ai cittadini circa la possibilità di presentare in ogni momento domanda per l’assegnazione di alloggi ERP”. Se è possibile presentare una domanda in ogni momento, perché gli uffici dell’ASP hanno avviato le pratiche di accettazione delle medesime esclusivamente dal 15 febbraio 2017 al 15 maggio 2017 e non hanno spalmato l’attività di raccolta e verifica dalla successiva approvazione del regolamento? Ciò avrebbe consentito di svolgere tutto il lavoro preventivo in un tempo più ampio senza costringere i cittadini ad ammassarsi a fare domande e presso un ufficio aperto 3 mezze giornate e con due persone sole. Le consigliamo almeno, per la prossima volta, di aumentare l’organico e di rispettare quella norma che indica la possibilità “in ogni momento”.
Premesso questo, è stato contestato che nel merito dei criteri di assegnazione non vi è una storicità di residenza. Lei ha obiettato che questo non è vero, che il punteggio si aggiorna in base alla presentazione della domanda stessa: ciò non è propriamente la stessa cosa e anzi, questo tipo di affermazione è di una ingenuità disarmante. Il criterio di residenza implica appartenenza alla comunità che non sempre coincide con la necessità abitativa. Quante persone probabilmente prima della crisi finanziaria o del collasso di CARIFE erano residenti in questo comune e non avevano la necessità di un alloggio popolare in quanto in affitto o stavano pagando un mutuo che non hanno più onorato perché, ad esempio, hanno perso il lavoro? Se queste persone si sono presentate il 15 febbraio 2017 all’ASP per una casa, non avranno quel riconoscimento di storicità che richiediamo, in quanto l’anzianità della domanda sarà equiparata in tutto e per tutto a chi nello stesso giorno, vivendo in Città da tre anni presenterà la medesima richiesta all’ufficio competente. Se questo è un criterio di premialità per un percorso storico dentro la comunità cittadina, ci permettiamo di dire che è una presa in giro. Evidenziamo che la Regione Emilia-Romagna questi criteri li prevede se altri comuni li hanno introdotti, a meno che non si voglia affermare che la Regione ha scritto un regolamento generale “razzista” e “discriminante”.
Il regolamento comunale nasce da una ben determinata volontà politica. Una scelta politica obbligatoria dal momento che la necessità è di molti e le risorse sono poche. Ci si può chiedere chi conviene scontentare, se chi appartiene a una comunità e ha contribuito a costruirla o altri soggetti. Noi ribadiremo, in sintonia con
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la Regione, il criterio di salvaguardia dei soggetti appartenenti ad una comunità debba essere privilegiato, nel rispetto delle pari opportunità di accesso per tutti.
L’emergenza abitativa è l’occhio di riguardo su cui puntare. Nessuno potrebbe negare questa priorità che è alla base della dignità dell’individuo e della sua famiglia. Però obiettiamo che vi sono incongruità. Si ha dichiarato che chi è in emergenza ha diritto ad un alto punteggio, ovvero a 25-27 a seconda dei casi. Giusto apprezzamento per chi casa non l’ha. Ci poniamo però la domanda di chi ha fatto richiesta nel 2014 in questo stato di necessità in quali condizioni si troverà se in questa tornata del 2017 non si vedrà attributo un alloggio: citiamo ancora una volta un documento ufficiale del comune “Questi punteggi (per emergenza abitativa) […] verranno mantenuti per 4 anni dall’attribuzione, poi il nucleo verrà punteggiato in base alle altre condizioni di punteggio”. Cioè chi ha partecipato alla 28a graduatoria se è ancora in difficoltà, nel 2018 non si vedrà riconosciuto il criterio emergenziale? Se l’emergenza è prioritaria, questa non deve avere una scadenza e dovrebbe essere sommabile a criteri quali il basso reddito, disabilità e appunto la storicità di residenza. Non si può penalizzare il cittadino per la lentezza burocratica del Comune.
Ci auguriamo che ci possa essere una continua informazione in merito alle assegnazioni e che ora si proceda speditamente a dare una casa nel limite delle disponibilità, a tutte quelle famiglie che da tanto tempo la stanno aspettando. Speriamo sinceramente, che al di là del disagio causato con la lentezza di questo Comune, nelle prossime settimane si dia avvio ad una distribuzione delle abitazioni e non si adducano ulteriori scuse per lasciare in difficoltà così tante persone. Noi continueremo a vigilare attentamente e a pungolare questa amministrazione che non ha fatto altro che essere messa alla berlina persino sui media nazionali. Era un altro primato negativo che volevamo evitare a questa Città così bella e così maltrattata.
Terminiamo con le parole del consigliere Fornasini di Forza Italia. Richiamare l’applicazione del regolamento della Regione Liguria quando su questo è pendente un ricorso del governo è inappropriato: assumere un modello che se applicato potrebbe portare all’annullamento delle graduatorie esistenti privando gli aventi diritto è un gioco politico al massacro che non rispetta l’importanza del diritto del cittadino che deve essere sempre al centro di ogni azione politica. Crediamo altresì, e questa è una interpretazione di merito, che il regolamento ligure limiti il diritto di accesso ai servizi di case popolari ai cittadini in Italia da almeno 10 anni, quando le norme nazionali equiparano i soggetti che sono meritevoli di protezione da almeno 3 anni. Il ricorso del Governo presumiamo sia in questa sottile distinzione: la Liguria pone limiti agli aventi diritto ad effettuare la domanda, violando i principi di parità di accesso ai servizi di tutti, mentre il regolamento emiliano, lo permette ma da l’opportunità di fissare criteri di premialità a chi ha una maggiore residenza sul territorio regionale. Un concetto semplice: l’accesso è permesso a tutti, però chi vive da più tempo in Regione, se il tuo comune lo prevede, puoi vedere riconosciuto tale valore.
Inoltre, introdurre oggi, nuovi criteri con urgenza è impossibile e inappropriato. Questa valutazione non potrà essere effettuata per la 30a graduatoria (il cui regolamento è stato approvato a inizio estate) ma eventualmente per la 31esima. Assurdamente, emendare oggi un regolamento a graduatoria già uscita porterebbe all’annullamento della stessa, al riavvio delle procedure con il rischio di 590 ricorsi degli attuali inseriti in graduatoria e un nuovo blocco delle assegnazioni degli alloggi per anni. Se il consigliere Fornasini se la sente di dire a queste 590 famiglie che aspettano un alloggio da anni per un suo tornaconto elettorale lo faccia pure, immaginerà quale potrebbe essere l’effetto di lasciare per strada queste famiglie di cui circa la metà sono quegli stessi italiani che lui stesso vuole tanto tutelare.
Movimento 5 Stelle Ferrara

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di Piermaria Romani

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