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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Un comparto da oltre 10mila imprese, quasi 80mila occupati, un fatturato di 12,3 miliardi di euro. L’assessore Donini: “Ora siamo più forti, cresceranno reddito e occupazione”. Intesa con Autorità del sistema portuale del mare Adriatico centro settentrionale (Ra), Cepim Spa (Pr), Dinazzano Po Spa (Re), Interporto Bologna Spa, Terminal Rubiera srl (Re), Lotras srl (Pc), Terminali Italia srl Gruppo Ferrovie dello Stato, Hupac spa

Bologna – Oltre 10mila imprese, il 10,2% degli operatori nazionali, più di 77.300 occupati (+20% dal 2011 a oggi), 12,3 miliardi di euro di fatturato (il 15% del settore a livello nazionale). Numeri che collocano il comparto della logistica al primo posto in Emilia-Romagna per dinamica di crescita dell’occupazione. Un settore interessato da 700 milioni di euro di investimenti per nuove opere e adeguamenti delle infrastrutture e dell’accessibilità ferroviaria (in allegato tutti gli interventi previsti).

Parte da questi dati l’Accordo per la crescita del sistema intermodale regionale 2018-2020, firmato oggi a Bologna dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dall’assessore regionale alla Mobilità e infrastrutture, Raffaele Donini, con i vertici dei principali hub logistici pubblici e privati operanti in Emilia-Romagna: Daniele Rossi, presidente dell’Autorità del sistema portuale del mare Adriatico centro settentrionale (Ravenna); Luigi Capitani, Ad di Cepim Spa – Interporto di Parma; Gino Maioli, presidente di Dinazzano Po Spa, scalo ferroviario e piattaforma di logistica (Reggio Emilia); Marco Spinedi, presidente di Interporto Bologna Spa; Guido Nicolini, Ad di Terminal Rubiera srl (Reggio Emilia); Armando de Girolamo, legale rappresentante di Lotras System srl (Piacenza); Federica Ceccato, responsabile Area centro nord di Terminali Italia srl Gruppo ferrovie dello Stato; Piero Solcà, Ad di Hupac spa.

Infrastrutture strategiche, insieme per la crescita del sistema logistico e ferroviario dell’Emilia-Romagna
Con l’intesa nasce infatti il Cluster intermodale regionale dell’Emilia-Romagna, un fare squadra che mira allo sviluppo di trasporti a basso impatto ambientale, all’aumento del traffico di merci da gomma a ferro, alla crescita di nuovi servizi per valorizzare il complesso dei punti intermodali del territorio e aumentare così la competitività dell’economia dell’Emilia-Romagna e dell’intero Paese.

“Si tratta di accordo di grande importanza, che si inserisce in una strategia complessiva di sviluppo delle infrastrutture e del sistema dei trasporti, nell’ambito di un modello di crescita sostenibile- ha sottolineato il presidente Bonaccini-. Un nuovo, virtuoso esempio di condivisione tra pubblico e privato in Emilia-Romagna, che conferma ancora una volta come la collaborazione e il fare insieme siano la strada giusta. Una intesa con cui puntiamo a dare un ulteriore slancio ad un’economia come la nostra che registra il primato per quota di export pro-capite e che ha bisogno di filiere logistiche e punti di scambio efficienti per aumentare l’attrattività delle imprese e sviluppare ancora di più un comparto che già ora ha un impatto sostanziale per la creazione di posti di lavoro e per la crescita dell’intero territorio”.

“Un risultato storico a cui abbiamo lavorato fin dall’inizio del nostro mandato. Da oggi il settore della logistica regionale è più forte ed è pronto a conquistare nuovi mercati europei- ha affermato l’assessore Donini-, puntando sulla specializzazione e formazione del personale, sulla capacità di internazionalizzare le imprese del settore e con un piano di investimenti previsto nei prossimi anni di oltre 700 milioni di euro per il potenziamento infrastrutturale, che produrrà ulteriore reddito e occupazione per il nostro territorio”.

Più in dettaglio, accanto alla costituzione e promozione del “Cluster intermodale regionale” – il sistema delle piattaforme dell’Emilia-Romagna -, l’accordo prevede una collaborazione in vari settori. Si parte dal rafforzamento delle competenze con l’avvio di percorsi formativi multilivello sia per profili professionali tecnico-manageriali (Hub manager), specializzati in particolare nell’attrazione di traffici internazionali, sia di taglio più operativo, per formare figure tecniche specialistiche legate all’esercizio ferroviario (Terminal manager). Si passa per lo sviluppo di azioni di marketing e promozione di tutto il sistema in Europa fino a progetti per migliorare i servizi esistenti e l’accessibilità ferroviaria dei nodi intermodali. Un’ alleanza che già entro l’estate dovrà portare a risultati concreti.

Sistema della logistica, intermodalità e traffico merci in Emilia-Romagna
Nel 2017 in regione il fatturato del settore ammonta a 12,2 miliardi di euro contro i 79,7 miliardi complessivi in Italia, mentre l’incidenza del fatturato generato è pari al 15,3% del totale di settore su base nazionale. A livello nazionale il fatturato del settore è pari al 2,7% del fatturato totale dell’intero sistema produttivo nazionale (dall’agricoltura ai servizi per la persona): in Emilia-Romagna rappresenta il 4% del fatturato totale. La contract logistics è il terzo settore in Regione per il peso del fatturato di settore rispetto al totale regionale, il secondo per dinamica di fatturato e si colloca al quarto posto per peso del valore aggiunto di settore. Per quanto riguarda gli occupati, è il terzo settore per peso di lavoratori dipendenti sul totale regionale ed è il primo per dinamica dell’occupazione

Per quanto riguarda il cluster logistico e di intermodalità, nel complesso conta 10.131 imprese – 541 di queste sono insediate nei nodi firmatari dell’accordo – e 77.358 addetti, di cui 13.105 operanti nei nodi dei firmatari che rappresentano il 16% del totale. La quota intermodale (mare e ferro) è pari al 21% del totale del traffico regionale: i firmatari rappresentano la quasi totalità dell’intermodale movimentato. Nel 2016, il traffico ferroviario merci è cresciuto del 6,94% rispetto al 2015, fino a raggiungere circa 19,6 milioni di tonnellate. Nel 2017, le merci movimentate negli impianti regionali arrivano a 20,9 milioni di euro./Eli.Co.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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