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Da: Ferrara Off

Primo studio dello spettacolo dedicato al conflitto, prodotto con residenza artistica ‘Cose Nuove’

Chi o cosa è oggi il nemico? Contro quale contraltare politico e poetico bisogna combattere per migliorare il mondo in cui viviamo? Sabato 12 novembre alle 21 è in scena al teatro Ferrara Off ‘Lontano nella neve – storie d’amore e di resistenza’, primo studio dello spettacolo prodotto da A.R.T.I. – Area Ricerca Teatrali Indipendenti. Un’indagine sul conflitto inteso in senso letterale, fisico e relazionale, che si allarga fino a comprendere la dialettica delle idee e dell’immaginario in termini identitari e quindi politici.
L’idea alla base della rappresentazione nel 2015 si è aggiudicata il primo premio al concorso creativo nazionale ‘Accendi la Resistenza. Storie di donne e di uomini in guerra’, indetto dalla Fondazione Istoreto e dal Polo del ‘900 di Torino. Il percorso che condurrà in scena gli attori Marco Intraia, Marco Luciano, Alessandra Macrì e Veronica Ragusa è stato sviluppato a Ferrara presso il Teatro Nucleo, grazie a una residenza artistica inserita nel progetto ‘Cose Nuove’, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e dal Mibact.
«Abbiamo cercato di raccontare la Resistenza attraverso lettere e testimonianze, ricordi e speranze, sogni e incubi della generazione che l’ha vissuta – spiega il regista Marco Luciano-. Non tanto da un punto di vista storico, quanto piuttosto attraverso gli occhi dell’amore, bagnati dalle lacrime che il paradosso della guerra, di quella guerra così assurda e inumana, istillava».
La decennale esperienza del gruppo di progettazione culturale A.R.T.I., che attualmente dirige la rassegna T.P.F. presso il Teatro Superga di Nichielino, si è misurata in questa occasione con un rituale d’indagine, una liturgia di parole che diventano carne e azione.
I protagonisti di ‘Lontano nella neve’ non sono eroi ma persone semplici con vissuti altrettanto semplici, e proprio per questo disarmanti. C’è Giannino, collaboratore partigiano arrestato in una libreria di Milano per aver consegnato un messaggio e che non sa più, a ottantacinque anni, se davvero sia sopravvissuto a quell’esperienza o se la sua vita sia comunque finita in quel giorno di aprile di tanti anni fa. C’è la coraggiosa Leopolda, superstite della strage di Sant’Anna di Stazzema, che cerca in eterno il suo fratellino Enrico, che aveva rifiutato di riconoscere come morto. O ancora la lettera alla madre di una partigiana condannata a morte, l’arresto per alto tradimento del fascista innamorato della staffetta. Storie che aprono domande enormi e dubbi atroci: cos’è un nemico? Ne è valsa davvero la pena? E se si fosse fatto di più? Cosa vuol dire Resistenza e cosa resta di quel sacrificio così costoso al giorno d’oggi? Contro chi o cosa devono combattere oggi le nuove generazioni? «I nostri non sono racconti da interpretare come exempla – conclude Luciano -. Non vogliamo suggerire risposte, vogliamo ricordare e commemorare ponendo domande, perché solo dal dubbio può nascere una coscienza e una vita più confitta nella realtà e nel tempo che abitiamo».
La data organizzata nello spazio teatrale di viale Alfonso I d’Este è frutto della collaborazione avviata nel 2016 tra Nucleo e Ferrara Off, realtà impegnate nella promozione di una cultura performativa contemporanea, attenta alla città e pronta ad accogliere influenze ed esperienze di rilevanza nazionale e internazionale.

I biglietti per lo spettacolo si possono prenotare scrivendo a info@ferraraoff.it oppure telefonando al numero 3336282360. Ingresso euro 8 soci Ferrara Off, euro 5 under 20, euro 10 non soci (comprensivi di tessera associativa).

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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