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Cari studenti, fra circa quindici giorni si torna sui banchi e, come dovreste aver imparato negli anni scorsi, questo è il periodo dell’anno in cui i politici si divertono di più a fare a gara per dimostrarci chi è il più interessato a far ripartire la scuola.
In questa triste vetrina c’è bisogno di imparare a distinguere gli originali dalle imitazioni, ovvero gli impegni seri dalle false promesse.

Quindi oggi proviamo a risolvere un problema, scrivete:

Testo del problema
Negli anni scolastici tra il 2007/2008 e il 2012/2013, gli alunni frequentanti le scuole italiane sono aumentati di oltre 90.000 unità.
Nonostante la grande crescita richiedesse 4.500 classi in più (considerando una media di 20 alunni per classe), in quel periodo, sono state eliminate 9.000 classi.
Negli stessi anni, gli insegnanti sono diminuiti di 81.614 unità ed il personale ATA di 43.000.

Considerando che:
a) in Italia la percentuale di abbandono scolastico è del 17,6% (mentre la media europea è del 12,8%),
b) i diplomati nel nostro Paese sono il 22% (mentre nell’Unione europea sono il 35,8%)
c) la popolazione italiana laureata tra i 30 e i 34 anni è del 21,7% (nei paesi dell’Unione europea il 36%);
d) gli insegnanti italiani, in media, lavorano più dei loro colleghi europei ma guadagnano meno;
e) nell’anno 2015 i tagli alla spesa pubblica, già annunciati, saranno di 16 miliardi di euro e nell’anno 2016 gli stessi tagli ammonteranno a circa 32 miliardi di euro.

Rispondi alle seguenti domande:
1) Quali erano i ministri all’istruzione negli anni tra il 2007/2008 e il 2012/2013, a quale partito facevano riferimento e chi era il Presidente del consiglio?
2) Quali sono i partiti che oggi si “larghintendono” al governo e che promettono di far ripartire il nostro Paese dalla scuola?
3) Da dove prenderanno, i partiti delle “larghe intese”, quei 16 miliardi nel 2015 e quei 32 miliardi nel 2016?
4) Come faranno a far ripartire il Paese dalla scuola?

In caso di difficoltà, elenco le risposte sotto:

RISPOSTA ALLA DOMANDA N° 1
Giuseppe Fioroni, L’Ulivo. Governo: Prodi
Dal 17 maggio 2006 all’8 maggio 2008: quasi 2 anni.

Mariastella Gelmini, Il Popolo delle Libertà. Governo: Berlusconi
Dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011: 3 anni e mezzo.

Francesco Profumo, Indipendente. Governo: Monti
Dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013: 1 anno e 5 mesi

RISPOSTA ALLA DOMANDA N° 2
Il Partito Democratico, il Nuovo Centrodestra, Forza Italia (Il Popolo delle Libertà) e Scelta Civica.

RISPOSTA ALLA DOMANDA N° 3
Da ulteriori tagli alla spesa pubblica (leggi le dichiarazioni del nostro Presidente del consiglio).
Il termine “spesa pubblica” non vuol dire solo “scuola” ma, ahimé, ultimamente ne è diventato un sinonimo (ad esempio non ho mai sentito che quando si parla di “tagli alla spesa pubblica” qualcuno pensi ai tagli alle spese militari).

RISPOSTA ALLA DOMANDA N° 4
Quello che c’è da aspettarsi è un film già visto sul modello de “La scuola delle 3 i: Inglese, Informatica, Impresa”, girato con effetti speciali che simulino la rottamazione con il passato, con dialoghi schizofrenici ed una colonna sonora adatta ad aggiungere ulteriore “fumo negli occhi”, ad esempio Smoke gets in your eyes dei Platters.
Tutto ciò per mimetizzare l’introduzione di ulteriori aggravi per il personale e per gli studenti: la progressiva riduzione del Fondo di istituto e delle risorse per la scuola pubblica, la diminuzione delle risorse per l’integrazione degli alunni con disabilità, la sottrazione di un anno alle scuole superiori, la prosecuzione del blocco contrattuale, l’introduzione di una falsa meritocrazia, l’eliminazione delle supplenze brevi, l’aumento di ore lavorate e del numero di alunni per classe.

In questo modo il Paese non ripartirà di certo.
Quello che invece dimostrerebbe l’intenzione di un vero cambiamento sarebbe una ripartenza dalle “Norme generali sul sistema educativo di istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di nidi d’infanzia“.
Ma in questo caso si tratterebbe davvero di ripartire investendo, e non mi pare di cogliere che sia questa l’intenzione ma, in caso contrario, sarò molto contento di sbagliarmi.

Quindi, cari studenti, per quanto ci riguarda, bisogna che risparmiamo le temperature elevate di questa strana estate per ripartire scaldando il prossimo autunno.

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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