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Da Organizzatori

Inaugurazione giovedì 19 ottobre 2017 ore 18.30
19 ottobre – 28 ottobre 2017

Si inaugura Giovedì 19 Ottobre 2017 presso la Galleria FabulaFineArt di Ferrara, la personale dal titolo Un’oscurità sconosciuta dedicata all’artista piemontese Lorenzo Puglisi. La mostra si inscrive nel breve ciclo di monografie dal titolo “Sala D’attesa” che saranno dedicate all’opera di artisti pienamente inclusi in un sistema artistico ben consolidato. La mostra raccoglie i recenti lavori di Puglisi, che si caratterizzano per un personale naturalismo che pone al centro dell’opera un’umanità cieca e muta, estrinsecata attraverso le movenze del corpo. Si tratta infatti di una gestualità misurata, fatta di brevi e fugaci apparizioni che si generano da un’azione informale della pennellata, come si evince nelle figure che compongono l’opera Il Grande Sacrificio del 2015. L’artista dà vita a figure materiche, corpi che si impongono nell’oscurità degli immensi spazi di un nero-inchiostro. Un’oscurità sconosciuta, come suggerisce il titolo della mostra, misteriosa, che stimola domande, genera dubbi a chi osserva. I personaggi di Puglisi rappresentano, con i loro corpi adagiati nello spazio scenico del quadro, figure reali che evocano saggezza e verità. I suoi lavori si caratterizzano per allusioni a soggetti del passato che diventano espressione dell’interiorità del personaggio, visibili nei volti delle figure. L’artista paragona, recuperando una visione shakespeariana, le vicende umane ad una rappresentazione teatrale sempre variabile. Una sorta di commedia dell’arte che reca in sé i caratteri di istantaneità, di carica umana propria delle rappresentazioni teatrali seicentesche che ricorrevano molto al linguaggio del corpo, alla gestualità. Il quadro si fa spazio assoluto, luogo di contrapposizioni, centro di attrazione. Un’arte legata alla vita e alla realtà e che esalta il gesto come pittura nello spazio. Nella serie de I Ritratti del 2015 le figure, colte in movimenti leggeri, con il capo reclinato, le mani giunte e i volti attraversati da un biancore lunare, pur sembrando monoliticamente chiuse in se stesse, dimostrano di essere in comunicazione tra loro. Nei loro volti, come è stato più volte sottolineato, si ravvisano le suggestioni deformanti di Bacon, anche se i personaggi di Lorenzo sono avvolti da un’atmosfera più pacata, così come la ripetizione figurale che diventa ricerca delle ragioni che sostengono la realizzazione di un’opera. I lavori di Lorenzo Puglisi diventano così il risultato di una indagine sulla realtà da lui stesso condotta, sulle vibrazioni vitali di un’umanità, sul senso della vita.

Annamaria Restieri

Lorenzo Puglisi (Biella, 1971). Vive e lavora a Bologna. É autore di una pittura caratterizzata dall’utilizzo diffuso del colore nero per creare uno sfondo di buio assoluto, dal quale sprigionano fiotti di luce capaci di definire i volumi, i volti, le parti del corpo, come presenze catturate in un’espressione o in un gesto, frutto di un lungo percorso verso l’essenzialità della rappresentazione e denso di rimandi alla storia della pittura ad olio. Il forte interesse per la natura umana e dunque per il mistero dell’esistenza sono le basi tematiche della sua ricerca e lo stimolo ossessivo verso il tentativo di raffigurarla. Dal 2015 la sua ricerca artistica si focalizza sulla composizione della scena pittorica nel senso più classico ed ampio, con grandi tele riferite a capolavori del passato e filtrate dalla sua iconografia. Tra le sue personali si ricordano: 2017 Pitture e ritratti, Casa d’aste Federico II, Bari – 2016 Paintings, Galerie Sobering, Paris, curata da Mark Gisbourne; L’ignoto che appare, Galleria Il Milione, Milano, curata da R. Borghi; Ecce homo, Galleria Nuovo spazio, Piacenza, curata da R. Borghi – 2015 Lorenzo Puglisi, Museo Cà La Ghironda, Bologna. – 2014 Lorenzo Puglisi, Museo del Territorio, Biella, con saggi di T. Barresi, P. Bellardone, B. Corà; Lorenzo Puglisi, presentazione alla Villa Reale, Monza, letture di V. Casacchia, A. Crespi; Lorenzo Puglisi, Villa Cusani Tittoni, Desio (MB), saggi di B. Corà, V. Casacchia, A. Crespi. – 2013 Dimenticare il tempo, Galleria Il Milione, Milano, curata da V. Dehò. – 2012 Carlo Bernardini / Lorenzo Puglisi – Zilli, l’Art de Vivre, Palazzo Bagatti Valsecchi, Milano – 2011 Presenze, Galleria Grossetti Arte Contemporanea, Milano, a cura di B. Grossetti – 2008 Lorenzo Puglisi, Piccola Galleria, Asolo (Pd), curata da V. Dehò. – 2007 19 Dipinti, Nipple Gallery, Bologna, curata da U. Zampini, S. Bonaga. – 2006 Dipinti, Lanificio Pria, Biella, curata da U. Zampini.
Tra le mostre collettive: nel 2017 Passion, Galerieim Park | The HistoricalMuseum of the Psychiatric Clinic, Bremen, curata da U. Goldenstein ( R.Belcin, F. Pitis, A. Szuchs, L.Puglisi); Omar Galliani – Lorenzo Puglisi Caravaggio, la verità nel buio, Pio Monte della Misericordia, Napoli, curata da M. Savarese e R. Resch; Nero su Nero. Da Fontana e Kounellis a Galliani, Villa Bardini, Firenze, curata da V. Agosti. – 2016 Omar Galliani – Lorenzo Puglisi Caravaggio, la verità nel buio, MuseoRiso, Palermo, curata da R. Resch e M. Savarese – 2015 Acqua è, ExpoVenice, curata da V. Agosti. – 2011 1000+1000+1000, Palazzo Fava, Bologna, a cura di P. Daverio; A Collection 1958/2011, Galleria Grossetti Arte Contemporanea, Milano. – 2009 KunStart 2009 Bolzano, Studio Maffei, Milano.

Orario: Da martedì a sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30 e visite su appuntamento
Via Del Podestà 11 – 44121 Ferrara (FE)
Sito: www.fabulafineart.com
Mail: fabulafineart@gmail.com
FB: https://www.facebook.com/fabulafineart/
Tel: 0532098935

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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