Skip to main content

Da: Elettorale Lega Nord
“Ferrara è una location molto attrattiva per registi e produttori italiani, ma l’obiettivo deve essere quello di farla conoscere anche alle grandi major internazionali. A fine agosto, durante la mostra di Venezia, attiveremo un tavolo, già programmato, con major americane e produttori cinesi e giapponesi per individuare e proporre le più belle località italiane che ben si prestano a diventare set per produzioni cinematografiche: Ferrara sarà tra queste. Sempre durante quelle settimane accompagneremo la delegazione in un tour delle location scelte e faremo vista, dunque, anche a questa bellissima città. Il settore della produzione audiovisiva ha un moltiplicatore economico pari a 2,78 (per ogni euro investito, quasi tre sono di ritorno in termini di indotto), simile per valore a quello delle costruzioni. Un potenziale altissimo a cui va aggiunto l’indotto derivante dal turismo che, come ci insegnano felici esperienze anche italiane, non è nemmeno quantificabile nella sua portata”.
Così il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, oggi in visita a Ferrara per promuovere la candidatura di Alan Fabbri in corsa per la carica di sindaco sostenuto dal centrodestra. Il sottosegretario è intervenuta alla conferenza stampa di presentazione del progetto “Ferrara Capitale della Cultura” organizzata dalla lista civica Ferrara Cambia, che sostiene la candidatura di Fabbri. All’incontro oltre al candidato a sindaco, erano presenti Andrea Maggi capolista di “Ferrara Cambia” e Livio Zerbini, dell’Università di Ferrara e candidato della civica.
Borgonzoni ha sottolineato come per Ferrara “che è un gioiello della regione Emilia Romagna anche per lo stato di conservazione dell’ampio centro storico e delle sue mura” sia necessario “attivare circuiti di promozione all’estero che valorizzino appieno il potenziale turistico della città” per i quali “la figura del primo cittadino può, e deve, diventare centrale come previsto nel programma del centrodestra che sostiene Alan Fabbri sindaco”.
Il sottosegretario ha inoltre confermato che come proposto dalla civica Ferrara Cambia “già subito dopo le elezioni potrà essere avviato il percorso per la candidatura di Ferrara a Capitale italiana della Cultura” in vista del 2021. “E’ necessario attivarsi fin da subito in questa direzione coinvolgendo in modo concreto le associazioni e le realtà culturali del territorio”, ha spiegato “perchè quello che conta, nel percorso che porta alla qualifica non sono solo le carte elaborate dagli uffici ma la partecipazione e il coinvolgimento attivo di tutta la città, a partire dai suoi cittadini”.
Tra i punti principali del programma di Fabbric’è “un forte marketing territoriale che rimetta al centro l’identità della città di Ferrara”, spiega il candidato. “Sarà un percorso che affronteremo in stretta collaborazione con enti e le associazioni che operano nei settori cultura e turismo, ma che non trascurerà altri settori, fino ad oggi poco valorizzati”. Fabbri pensa all’attivazione “di un circuito virtuoso che a partire dalla cultura, dall’arte e degli splendidi musei che sono la nostra ricchezza valorizzi anche le produzioni tipiche del territorio“dall’enogastronomia ai prodotti agricoli, in un circuito virtuoso che faccia conoscere al turista tutti gli aspetti e le eccellenze che possiamo offrire”.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it