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da: organizzatori

UNIVERSITA’ LUISS GUIDO CARLI: fino al 2 settembre per iscriversi al test di ingresso ai corsi di laurea triennale e Magistrale a ciclo unico per l’a.a. 2015/2016.
Con il Progetto 9000, borse di studio illimitate agli studenti più meritevoli per studiare gratuitamente presso l’ateneo romano.
L’ Emilia Romagna è la prima regione del Nord Italia per numero di iscritti alle prove di ammissione ai corsi di laurea triennali e a ciclo unico.

Gli studenti dell’Emilia Romagna hanno ancora poco meno di un mese per partecipare alla prova di ammissione della LUISS ai corsi di laurea Triennale in Economia e Scienze Politiche e Magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, per l’a.a. 2015/2016, prevista per il 4 settembre a Roma, con un motivo in più per diventare studenti dell’ateneo capitolino.
Fino al 2 settembre gli aspiranti candidati che si iscriveranno al test di ingresso potranno, infatti, concorrere all’assegnazione di borse di studio illimitate, a copertura integrale dal pagamento della retta, grazie al Progetto 9000. Questo è il nome dell’iniziativa che premia il merito indipendentemente dal reddito familiare e che consente di accedere gratuitamente alla LUISS, grazie alle sole capacità dei ragazzi.
In occasione della prova del 4 settembre, le borse di studio verranno attribuite a tutti gli studenti che conseguiranno un punteggio minimo di 9000, calcolato moltiplicando il risultato personale del test di ammissione, espresso in centesimi, per il voto del diploma di istruzione secondaria superiore, quest’ultimo a partire da un minimo di 90. Alla votazione di 100/100 e lode è assegnato un punteggio pari a 101. L’esonero totale del pagamento è relativo al primo anno di studi ma può essere confermato per l’intera durata del corso di studi, a condizione di essere in regola con gli esami e di conseguire una votazione media ponderata non inferiore a 28/30.
L’interesse dei liceali della Regione verso la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali “Guido Carli” è confermato dal numero di domande di ammissione al test, dove l’Emilia Romagna è la prima regione tra quelle del Nord Italia, per numero di domande. Con Bologna in testa con il 46% delle domande di ammissione, seguita da Ravenna (11%), Cesena – Forlì (10%) e Modena (8%). Seguono a pari merito Parma e Reggio Emilia con oltre il 6,5%, Rimini e Ferrara (5%) e Piacenza con il 2% circa.
Per tutti gli studenti fuori sede sono previste, tra gli altri, una serie di facilitazioni a partire dalla ricerca dell’alloggio, attraverso ad esempio un servizio apposito a cui si può accedere dal sito dell’università: www.casaluiss.it.
A completare la strategia di employability della LUISS, l’internazionalizzazione e la circolazione dei saperi, come formula per garantire agli studenti un vero e proprio passaporto di mobilità oltre confine. Un disegno formativo che conta ben 152 accordi di cooperazione con prestigiose università in tutto il mondo. Fra questi 20 programmi di Double Degree, che permetteranno agli studenti di tutti i Dipartimenti di conseguire un doppio diploma di laurea, riconosciuto in Italia e nel paese in cui andranno a completare il loro percorso universitario.
LUISS Guido Carli, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali, costituisce oggi un punto di riferimento scientifico e culturale in Italia e all’estero per gli studenti interessati alle discipline economiche, manageriali, sociali e giuridiche.
Nel 2015 LUISS si posiziona al secondo posto della classifica generale degli atenei non statali d’Italia del Sole 24 Ore. L’ateneo si classifica inoltre al primo posto nella categoria qualità dei dottorati.
La LUISS conta complessivamente 7682 studenti e una media di 1473 nuovi immatricolati ogni anno. Il 92% degli studenti e l’84% dei laureati sono in corso, contro una media nazionale rispettivamente del 59% e 45%.
L’età media dei laureati e il tempo medio di completamento degli studi sono significativamente inferiori rispetto alla media nazionale. Gli studenti dei corsi di laurea triennale completano gli studi in 3,3 anni con una età media di 22 anni (contro una media nazionale di 5,1 anni e 24 anni di età), quelli dei corsi di laurea magistrale in 2,1 anni con 24,5 anni di età (contro una media nazionale di 2,8 anni e 25,5 anni di età), quelli dei corsi di laurea a ciclo unico in 5,1 anni con 24 anni di età (contro una media nazionale di 7,1 anni e 25,5 anni di età).

Il tasso di abbandono si attesta all’1,4%, contro un valore nazionale del 18%, mentre il tasso di occupazione a un anno dalla laurea raggiunge l’80%.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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