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Da: Organizzatori

Nella biblioteca del Centro Documentazione Donna, via Terranuova 12/b, Ferrara, lunedì 18 novembre 2019 dalle ore 17 Maurizia Camerani parlerà di Adele Woena, direttrice del periodico «L’Aurora».

Adele Woena ha fondato, a Modena il 15 febbraio 1872, e diretto il periodico «L’Aurora», rivista nata per favorire l’emancipazione femminile e che, rispetto a tante altre, entrerà nelle case delle amate lettrici fino al dicembre 1883. Da “Periodico d’istruzione ed educazione – Libera palestra per le giovani” diventerà negli anni “Periodico Letterario educativo” ed il suo fine sarà sempre promuovere la continuazione dell’istruzione nelle giovani e rinnovarla. Adele, coadiuvata da una “eletta società di collaboratrici e collaboratori”, pubblica articoli di vario genere, aggiorna il suo pubblico su quanto avviene intorno a lei: dalle nuove scoperte scientifiche, all’igiene, alla dietetica, agli usi e costumi femminili nei vari paesi del mondo, pubblica novelle o romanzi a puntate, aggiorna sui dettami della moda. Una vera e propria enciclopedia di temi inerenti alla condizione femminile, ma sono quelli che trattano dell’istruzione e dell’educazione a occupare un posto primario.
La stessa Adele infatti non si lascia scappare la notizia dell’apertura di una scuola che diventa una nuova batteria contro i nemici della civiltà e del progresso quali sono l’ignoranza e i pregiudizi, o di segnalare le sorelle Daneo e Ballio prime italiane iscritte all’università, oppure informare del conseguimento della laurea in giurisprudenza di Lidia Poët, annunciato come un meritato trionfo femminile.

I primi anni dell’impresa giornalistica di Adele, coincidenti con il periodo della costruzione della nazione unitaria e liberale, fanno di lei come una tra le firme che hanno caldeggiato e patrocinato la formazione della donna, prodigandosi per la sua emancipazione: così è infatti riconosciuta da storiche come Bertoni Jovine e Pieroni Bortolotti. Se la prima ne parla come di una delle pedagogiste prudentemente progressiste del periodo post-risorgimentale (infatti nei frontespizi del 1878 dichiarerà di star lontana dalle idee esagerate dell’emancipazione della donna), la seconda sottolinea come «L’Aurora» sia stato tra i fogli più impegnati e lo colloca tra i capisaldi della campagna ottocentesca per l’emancipazione.

Su Adele Woena e «L’Aurora», Maurizia Camerani ha curato un inserto, che raccoglie una scelta degli articoli della rivista, pubblicato nel n. 185 (ottobre-dicembre 2019) della rivista «Leggere Donna».
Maurizia Camerani, modenese, laureata in Pedagogia presso l’ Alma Mater Studiorum di Bologna, è stata docente di Scienze Umane presso il Liceo Sigonio della sua città. Interessata alla storia della scuola e del patrimonio scolare così come alla storia dell’educazione, in particolare femminile dall’Unità d’Italia, collabora con il Museo della Scuola e del Libro dell’infanzia di Torino. Nel 2015 ha curato per il Festival della Filosofia la mostra “Trasmettere sull’educazione scolare dei saperi e degli affetti”. Ha recentemente pubblicato, in collaborazione con Isabella Dignatici, il volume Odore di buccia di limone grattata…ricette, ricordi, favole e mille altre cose, indagine antropologica di uno spaccato di cultura popolare nell’Appennino modenese. Durante l’edizione 2019 della Festa della storia organizzata dal Centro internazionale di didattica della Storia dell’Università di Bologna ha presentato gli ultimi aggiornamenti della sua ricerca su Adele Woena.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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