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da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Birds In Jazz, personale del disegnatore disneyano Donald Soffritti in collaborazione con Simone Di Meo, che si terrà lunedì 30 novembre dalle ore 19:30 alle ore 20.30 presso il Torrione San Giovanni (via Rampari di Belfiore, 167)

Attraverso le esilaranti “paperizzazioni” di Birds In Jazz, Donald ha trasformato autentiche icone del jazz – da Miles Davis a Paolo Fresu, passando per Louis Armstrong e Pat Metheny – nei protagonisti di un inedito ed avvincente fumetto, la cui trama si snocciola a colpi di note tra le mura dell’antico Torrione.
Per l’occasione, Luca Agnelli – chef del Ristorante La Cueva – delizierà gli ospiti con una stuzzicante selezione di originali finger food, accompagnati dalla degustazione di Vini delle Sabbie prodotti da Corte Madonnina, direttamente dispensata dall’esperta mano del signor Vittorio, proprietario dell’Azienda Agricola di Pomposa (FE).
L’evento si svolge nell’ambito del ricco palinsesto firmato “Monday Night Raw” e precede non solo il concerto di Luminal – formazione guidata dal pianista Dimitri Sillato, a cui seguirà la consueta jam session – ma anche l’ulteriore, luculliano, aperitivo a buffet del Wine-Bar del Torrione, accompagnato dalla funkeggiante selezione musicale di Willam Piana, alias Willygroove Dj.
Al termine del vernissage, per chi volesse trascorrere l’intera serata in nostra compagnia, ricordiamo che l’ingresso a offerta libera è riservato ai soci Endas. Info su www.jazzclubferrara.com
Cosa succederebbe se all’improvviso un famoso jazzista si trasformasse in un papero? La risposta è Birds In Jazz!
Donald Soffritti, autore di fumetti e disegnatore Disney Italia, unisce la passione per il jazz a quella per il fumetto in questo bizzarro e divertente progetto realizzato in esclusiva per Jazz Club Ferrara.
Racconta Donald, svelandoci la scintilla che ha originato il tutto: “Li ho visti uscire da un cartone animato nel quale avevano appena girato qualche ciak, o registrato un paio di take”. E osservando alcuni dei giganti della storia del jazz, fuoriusciti come per magia dalla “macchina paperizzatrice”, la sensazione è esattamente quella. Nulla nuoce alla fisiognomica anzi, in barba alle più avanzate tecniche di chirurgia estetica il risultato è avvincente.
Per questa straordinaria avventura, Soffritti si è avvalso di un fedele e prezioso collaboratore, Simone Di Meo, giovane promessa del fumetto italiano che ha arricchito Birds In Jazz con alcune divertenti vignette che, ne siamo certi, strapperanno un sorriso anche ai profani del genere. La mostra, realizzata in collaborazione con Endas Emilia-Romagna, è iscritta nel progetto ‘Vetrina giovani artisti’ patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna.
Donald Soffritti nasce a Ferrara l’11 aprile 1967. Dopo un percorso di studi artistici si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1990. Entra nelle scuderie Disney nel 1997 come inchiostratore, per poi iniziare come disegnatore l’anno seguente, dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia Disney di Milano. Scorrazza per l’editoria italiana e d’oltralpe con prodotti come Kico, Rat­Man, Vasco Comics, Alienor, Toutou & Cie, Superheroes Decadence, Les Quatre Quarts, Il negozio di animali, Bienvenue chez les Corses…et bonne chance!
Nel 2011 collabora all’inserto satirico il Misfatto (prima stagione) de il Fatto Quotidiano con 60 strip scritte da Roberto Corradi, con il quale approda successivamente a Yanez, inserto satirico del quotidiano Pubblico di Luca Telese. Con lo sceneggiatore e amico Giorgio Salati disegna Bookbugs, una serie di strip di carattere cultural-­tecnologico uscite mensilmente sulla rivista digitale PreTesti di Telecom Italia. In occasione del Natale 2012 ha realizzato i fondali delle vetrine interattive di Benetton a Milano per conto di Fabrica SpA, in collaborazione con il comico Gianni Fantoni e lo studio di animazione Cartobaleno.
Simone Di Meo (Torino, 1992) inizia a lavorare nel mondo del fumetto a soli 19 anni collaborando con Joseph Viglioglia sulle chine di “Brendon Speciale 11” e “Brendon 97” per la Sergio Bonelli Editore. Approda successivamente in Disney come inchiostratore per diversi disegnatori tra cui Donald Soffritti per “Topolino”. Negli States collabora altresì come disegnatore per Dynamite, Zenescope, Aspen Comics, Boom Studios e Titan Comics. Insieme a Mirka Andolfo ha da poco concluso un episodio del “Dylan Dog Color Fest”. Attualmente è a lavoro sulle chine della serie “Doctor Who 10th Doctor”, disegnata da Elena Casagrande per Titan Comics, e sui disegni (insieme a Ennio Bufi) della serie “Kriminal” edita da Mondadori.

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PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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