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da: Emanuela Cioni, presidente del Comitato per la Salvaguardia dell’ospedale di Porretta Terme

Nessuno si era mai arreso. Ed infatti era già stato messo in programma per lunedì prossimo un ennesimo incontro al “Centro Civico Lorenzini”, organizzato come sempre dal Comitato Permanente di Emanuela Cioni , per portare avanti la lotta contro l’assurda chiusura del punto nascita dell’Ospedale di Porretta.

In banchetti nel centro cittadino e in occasioni varie si è sempre continuato a programmare una forte ripresa della contesa, nonostante le nette (e anche un po’ dure) risposte da parte dell’Ass. Lusenti della Regione e la bocciatura del ricorso.

Questa mattina all’improvviso una donna in avanzato stato di gravidanza , abitante nel centro di Porretta, si è sentita all’improvviso male e nel giro di pochi minuti ha partorito in casa con molti rischi essendo il bambino podalico .

Portato all ospedale maggiore e’ stato necessario fare al neonato la rianimazione. Fortunatamente tutto si è risolto bene.

C ‘e’ ovviamente una nuova spinta per far rivedere un provvedimento che mette in serio pericolo delle vite umane.

Con le recenti dimissioni del Presidente della Regione, Vasco Errani, si tornerà a votare nel prossimo autunno e quindi, col molto probabile cambio di Assessore alla Sanità, si aprono nuove possibilità di ripresa del dialogo su questo argomento.

Bisognerà quindi cogliere l’occasione e tutti, dai sindaci ai comitati e alla popolazione non solo femminile, saranno chiamati a farsi sentire.

Il primo appuntamento, come detto, è già fissato per lunedì prossimo, ore 21, presso il “C.C. Lorenzini”, Via Don Minzoni 31 a di Porretta.

All’odg dell’incontro, organizzato da Emanuela Cioni, i seguenti punti:

1 – Discussione sul ricorso in Corte d’Appello contro la chiusura del punto nascita

2 – Organizzazione manifestazione

3 – Discussione su esposto alla Procura per il trasporto in sicurezza delle gravide.

Considerando quanto è successo in queste ultime ore, riteniamo che altri argomenti saranno aggiunti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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