Skip to main content

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Politiche per la salute – Sentenza Antitrust su Roche-Novartis, la soddisfazione dell’assessore Lusenti: “La Regione ha agito con determinazione e rigore, in nome della sicurezza dei pazienti e contro lo spreco di denaro pubblico”

Bologna – “Come Regione abbiamo agito con determinazione e rigore, in nome della sicurezza dei pazienti e contro lo spreco di denaro pubblico. Non possiamo, quindi, che accogliere con estrema soddisfazione la decisione dell’Antitrust”. Queste le parole dell’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti in merito alla vicenda dei farmaci Avastin e Lucentis; vicenda che ha visto la Regione impegnata sin dal maggio 2009. In quell’anno, infatti, l’assessorato Politiche per la salute richiede all’Aifa – a causa degli effetti sulla spesa sanitaria derivanti dalla sostituzione di Avastin con i nuovi farmaci – il ripristino dell’uso off-label di Avastin e quindi il suo reinserimento nell’apposita lista, e la rinegoziazione del prezzo di Lucentis e Macugen. “La Regione ha dimostrato la propria determinazione nell’adottare politiche di governo della sanità che, sulla base delle evidenze di efficacia e sicurezza per i pazienti, possono assicurare la migliore efficienza e sostenibilità di sistema – prosegue Lusenti – . Tutto questo è avvenuto nell’assoluto rispetto delle norme, cercando sempre la collaborazione e il confronto con tutte le autorità preposte al governo delle politiche del farmaco, e adeguandosi alle decisioni delle autorità stesse. Ora, di fronte a questa sentenza dell’Autorità Garante, la Regione continuerà nel proprio impegno affinché il governo del farmaco sia effettivamente orientato a una rigorosa valutazione della sicurezza e dell’efficacia terapeutica, evitando di sostenere costi integrativi quando non siano associati a un reale vantaggio in termini di salute e sicurezza per i pazienti”.

Nel 2011 (anno in cui era ancora in vigore la delibera di giunta che consentiva l’uso off label di Avastin) in Emilia-Romagna sono stati trattati con costi a carico del Servizio sanitario regionale oltre 6.000 pazienti affetti da degenerazione maculare legata all’età. Se tutti i pazienti trattati con Avastin (5.334) fossero stati trattati con Lucentis, “la Regione – sottolinea Lusenti – avrebbe dovuto spendere circa 25,5 milioni di euro in più. Per avere un’idea dell’uso alternativo di queste risorse, basti pensare che ogni milione di euro speso in più ogni anno per l’obbligo di utilizzare Lucentis in alternativa ad Avastin corrisponde a circa 12 medici, o 28 infermieri, o 34 ausiliari. Oppure 44.000 visite specialistiche”. In base a queste cifre, “possiamo affermare – conclude l’assessore – che la spending review, in questa Regione, è cominciata ben prima che fosse varato l’omonimo provvedimento del governo Monti. In un sistema pubblico realmente funzionante dev’esserci un approccio costante alla corretta gestione dei servizi, e non un taglio, episodico ed emergenziale, che elimina ciò che serve e ciò che è superfluo in nome dell’equilibrio di bilancio, a prescindere da quello che per noi è l’obiettivo primario: assicurare, sempre e ovunque, efficacia e sicurezza ai pazienti”.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it