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da: Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara

Sabato 7 febbraio, alle ore 9:30, sala conferenza del museo

Gli antichi maceri della canapa, ancora presenti a migliaia nella Pianura Padana orientale, dopo essere stati fondamentali per l’economia delle nostre terre, potrebbero ora aiutarci ad affrontare le sfide del cambiamento globale.

Diversi ricercatori che si sono occupati di questi argomenti negli ultimi dieci anni si incontreranno fra di loro e con gli agricoltori, i cittadini, gli appassionati e gli amministratori per un convegno ed una tavola rotonda organizzati dal Museo di Storia Naturale assieme al Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara ed all’Associazione Naturalisti Ferraresi, in collaborazione con il laboratorio ENEA-Lecop di Bologna e l’Università di Parma.

Programma

9.30: Apertura dei lavori da parte del Direttore del Museo, Stefano Mazzotti

9.40: I maceri del Ferrarese, la fauna e gli effetti dei parametri ambientali. Carla Corazza, Museo di Storia Naturale

10.00: I Coleotteri acquatici. Roberto Fabbri e Fernando Pederzani, Società per gli Studi Naturalistici della Romagna

10.20: Maceri: caratteristiche morfologiche e biogeochimica delle acque. Marco Bartoli, Università di Parma, Simone Busi ed Enrico Tesini, ENEA-Laboratorio LECOP di Bologna.

10.40: La cultura della canapa. Gian Paolo Borghi, Consulente del Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese, S. Bartolomeo, FE.

11.00: Un progetto per la riqualificazione del laghetto del Parco Urbano Bassani Giuseppe Castaldelli, Università di Ferrara.

11.30: Tavola rotonda: “Quale futuro per gli stagni di pianura?”
Moderatore: Carla Corazza , Museo di Storia Naturale.
Intervengono: Giuseppe Castaldelli (Università di Ferrara), Paolo Carini e Giulia Grossi (Comune di Castenaso, BO), Ornella De Curtis (Città Metropolitana di Bologna), Luigi Fenati (Fondazione Navarra), Nicola Rossi (Assessore Ambiente e Agricoltura, Provincia di Ferrara), Pierluigi Viaroli (Università di Parma), Lorenzo Zibordi (Confagricoltura). Sono stati invitati rappresentanti della Regione Emilia-Romagna.

13.00: Chiusura lavori

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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