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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

L’universo narrativo del maestro reinterpretato in chiave contemporanea dall’illustratore Alessandro Sanna. Al taglio del nastro la vicepresidente Gualmini (ore 17.30, via Don Minzoni 14 a Bologna)

Capire il mondo attraverso le storie, scoprire storie attraverso l’arte. La leggerezza dell’universo narrativo di Alberto Manzi trova negli spazi del MAMbo un nuovo immaginario artistico grazie all’abilità di Alessandro Sanna che, tra illustrazioni e sculture di carta, propone ai bambini un’immersione giocosa in storie capaci di far pensare e innescare il desiderio di capire e conoscere. Tre i racconti del maestro illustrati: Flip il cucciolo, che introduce ai valori dell’amicizia, della solidarietà, e ricorda di non imporre agli altri il proprio punto di vista; Orzowei, che affronta il tema del razzismo e della diversità; Isa l’uomo, che si sofferma sui diritti e sullo sfruttamento degli esseri umani.
Sabato 12 dicembre, all’inaugurazione della mostra “Maestro raccontami il mondo” (ore 17.30), saranno presenti Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Laura Carlini Fanfogna, direttrice dell’Istituzione Bologna Musei, Alessandro Sanna, artista e illustratore, Sonia Boni Manzi, moglie di Alberto Manzi. La mostra didattica (aperta al pubblico dal 12/12/2015 al 12/01/2016, dal martedì al venerdì, negli orari di apertura del museo, ingresso libero) è promossa dall’Agenzia Informazione e Comunicazione Giunta Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Istituzione Bologna Musei – Dipartimento educativo MAMbo, ed è a cura del Centro Alberto Manzi.
Prima dell’inaugurazione, alle ore 16 il Dipartimento educativo MAMbo organizzerà un laboratorio per bambini dai 5 ai 12 anni, gratuito e su prenotazione (tel. 051 6496628 – mamboedu@comune.bologna.it; massimo 25 partecipanti, fino a esaurimento dei posti disponibili). Per informazioni sulla mostra e sulle attività educative: www.regione.emilia-romagna.it; www.mambo-bologna.org; www.centroalbertomanzi.it.
Alberto Manzi, il “maestro degli italiani”:
Considerato una delle personalità più originali della pedagogia italiana contemporanea, Manzi è noto al grande pubblico per la trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi, che realizzò e condusse negli anni Sessanta. Un vero e proprio corso per adulti analfabeti voluto da Rai e Ministero della Pubblica Istruzione; un progetto complesso di educazione a distanza, articolato sulla messa in onda televisiva e su oltre 2.000 Pat (punti di ascolto televisivo) sparsi sul territorio nazionale, dove un insegnante seguiva insieme al gruppo di allievi la trasmissione e poi svolgeva con loro l’attività didattica di “tutoring”, che consentiva di consolidare gli apprendimenti. Chi voleva e si sentiva preparato, poteva poi affrontare l’esame per la licenza elementare. Attraverso un’“arma innovativa” come la televisione, si voleva combattere una battaglia decisiva contro l’analfabetismo adulto, che nella metà degli anni Cinquanta riguardava circa il 10% della popolazione italiana, senza considerare i semianalfabeti. La trasmissione fu imitata in 72 Paesi, e al Congresso mondiale degli organismi radio-televisivi, che si tenne a Tokyo nel 1965, Non è mai troppo tardi ricevette, su indicazione dell’Unesco, il Premio Onu come uno dei programmi più significativi di televisione educativa e per la lotta contro l’analfabetismo.
Nel 1987 Manzi fu chiamato dal presidente argentino Raul Alfonsine a elaborare il Piano di alfabetizzazione del Paese sul modello di Non è mai troppo tardi. Considerato il miglior programma di alfabetizzazione adottato in tutto il Sudamerica, valse il Premio Unesco 1989.
Non è mai troppo tardi è solo la più nota di una lunga serie, tra il 1951 e il ‘96, di trasmissioni e collaborazioni che Manzi ebbe con la televisione e la radio, tra cui 40 trasmissioni sulla lingua italiana per gli italiani all’estero e per insegnare l’italiano agli stranieri in Italia. Ma nella sua carriera non ci sono “solo” la tv e la radio: quando inizia la trasmissione televisiva, Manzi è già un affermato scrittore per ragazzi e cura sussidiari, libri di letture, diari scolastici. Nel complesso, l’intensa l’attività di scrittore lo vede autore di oltre 120 titoli tra racconti per ragazzi, romanzi, fiabe, traduzioni e testi di divulgazione scientifica tradotti in tutte le lingue che gli sono valsi riconoscimenti e premi internazionali. Orzowei è ancora oggi uno dei libri di letteratura italiana più tradotto nel mondo.
Alessandro Sanna, artista e illustratore:
Nato nel 1975 a Nogara (VR), vive e lavora a Mantova. Ha illustrato libri scritti da David Grossman, Italo Calvino, Roberto Piumini, Gianni Rodari, Vivian Lamarque, Beppe Fenoglio, Folco Quilici, Massimo Carlotto e altri. Tre volte premio Andersen, Premio Rigamonti (2009), Premio Lo straniero (2014). Collabora con case editrici come Corraini (“Mostra di pittura”, coedizione col Centre Pompidou) ed Einaudi per la quale, nel 2015, esce nella prestigiosa collana I Millenni il volume L’anima degli animali con scritti di Plutarco, Aristotele e Porfirio, e immagini dipinte ad acquerello. Nel 2013 realizza Fiume lento edito da Rizzoli in Italia e negli Stati Uniti, Spagna, Germania, Repubblica Ceca, Cina. Nel 2014 dipinge un grande murale per la biblioteca di Finale Emilia ricostruita dopo il terremoto. Collaboratore di Vanity Fair France e Gioia, docente di illustrazione per l’editoria all’Accademia di Belle Arti di Bologna, è candidato italiano all’Hans Cristian Andersen Award 2016, prestigioso premio di letteratura per l’infanzia.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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