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Da Movimento 5 stelle

Al termine della seduta del Consiglio comunale del 20 giugno 2016, il Sindaco Tiziano Tagliani, commentando su risse e accoltellamenti verificatesi in zona GAD, parlò di “problemi di carattere tribali, etnici e religiosi nella comunità nigeriana”.
Da questa affermazione scaturì una interrogazione del Movimento 5 Stelle di Ferrara (www.comune.fe.it/5193/interrogazione-conflitti-tribali-e-religiosi-all-interno-della-comunit-nigeriana-a-ferrara) che già aveva incontrato la comunità nigeriana nel contesto del dialogo reciproco e integrazione avviato attraverso una serie di incontri con le comunità straniere riunite nella “Consulta Provinciale delle Comunità Straniere”.
Nella risposta al consigliere Claudio Fochi, il Sindaco, legittimamente, delegò il Questore, che produsse un impressionante report contenente saggistica e documentazione criminale afferente all’interrogazione (https://ita.calameo.com/read/0051250176886c8c8df25), con tale profusione di dati e fenomenologia da lasciare sconcertati non solo per l’ampiezza ma anche per la precisione.
È una lettura estiva, moto più elettrizzante (ma anche preoccupante) di un giallo di Agatha Christie o un romanzo di Le Carré o di Stephen King, per una popolazione che solo qualche lustro prima considerava già grave il solo furto di bicicletta.
Il Questore allegò corposa documentazione attestante, a livello nazionale, i fatti seguenti, che estrapoliamo:
 Una vasta struttura criminale con centro decisionale in Nigeria tesa a sfruttare l’immigrazione clandestina per lo sfruttamento della prostituzione, anche di minorenni, con minacce di ritorsioni sulle famiglie e riti woodo e juju;
 La Nigeria come il più importante paese africano per il mercato degli stupefacenti (cocaina, eroina, cannabis, droghe di sintesi) con corrieri sempre dotati di permessi di soggiorno, senza precedenti penali e spesso di sesso femminile;
 400 centrali del crimine individuate in Nigeria;
 Frodi informatiche e trasferimento di denaro sporco attraverso circuiti telematici (Money transfer e non solo). Forme di criminalità chiamate Black Axe e Eiye gestite con sinergie di confraternite universitarie.
La Direzione Nazionale Antimafia (già nel 2012) precisò che si era di fronte ad un “…associazionismo mafioso che permea ogni comunità nigeriana con connotazioni di network criminale legati a gruppi di matrice etnico religiosa“ e raccomandava “approfondimenti su numerose associazioni culturali di mutuo soccorso e religiose (anche a Bologna, n.d.r.)”. Si parlò del sistema delle tre D (donne , droga e denaro).
Si mise in evidenza che l’Italia rappresenta la principale piazza di sfruttamento delle donne che hanno anche un ruolo centrale nel doloroso traffico e sfruttamento della prostituzione dei connazionali.
Nella stessa risposta, il Questore fornì dati sulle operazioni di polizia “Niger”, “Milord”, “Black Summer”, “Black Bishop”, “Notti Bianche”, “Zero Virgola”, “Smell”, “Itako”, “Money Order”, tutte già nel 2006, su traffico di droga, prostituzione, abusivismo finanziario, circolazione transfrontaliera dei capitali, nelle quali emergevano “connotazioni tipiche previste dall’art. 416 bis”. Si menzionò l’operazione del 3 aprile 2006 “Novecento New” tra Ferrara, Occhiello e Parma con 20 nigeriani arrestati.
E tutto ciò solo nel 2006. Vogliamo moltiplicare per altri 10 anni e aggiungere che recentemente è stato rilevato che a Ferrara, statisticamente, la presenza nigeriana è superiore del 60% rispetto alla media nazionale?
Tuttavia, il Prefetto Tortora, rispondendo ad una interrogazione del consigliere di Forza Italia Matteo Fornasini, fatta un anno dopo la nostra, ritiene che nella Città “Il fenomeno non è tale da potersi qualificare come espressione di criminalità organizzata”. In tutta Italia sì, ma a Ferrara no…
Bene, allora ringraziamo il Prefetto per averci comunicato che Ferrara, per quanto riguarda la criminalità nigeriana, vive in un’isola felice, come si evince facendo un bel giretto serale e notturno nelle zone che ormai non citiamo più per non incorrere in pleonasmi.
Nel continuare a puntualizzare che con questo comunicato non abbiamo alcuna intenzione di biasimare la comunità nigeriana di Ferrara (dal nostro piacevole incontro del luglio 2016, infatti, è risultato che i suoi membri hanno un buon livello di integrazione, sono desiderosi di inclusione virtuosa e sono anche preoccupati della presenza di molti loro connazionali meno virtuosi che con questi comportamenti minacciano l’inclusione dell’ampia parte sana della stessa comunità e alimentano un clima di insana diffidenza), ci teniamo invece ad evidenziare la palese discrepanza e incongruità dei dati che emergono confrontando la visione paternalistica e ottimistica del Prefetto con i dati forniti dal Sindaco tramite ricorso al Questore già più di un anno fa.
I cittadini ferraresi sono un po’ stanchi di sentir parlare di “percezioni”, che contrastano con una realtà documentata e se arrivano dal Prefetto, esse sortiscono tutti gli effetti tranne quello di tranquillizzarli, poiché non ci credono più e hanno occhi per vedere.
Claudio Fochi
Ilaria Morghen

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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