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Da: Regione Emilia Romagna

Maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna, via libera in Assemblea legislativa al progetto definitivo. Bonaccini: “Risultato straordinario al termine di un percorso condiviso con le parti sociali e il confronto con tutti i Gruppi consiliari. Al Governo diciamo che siamo pronti a un’intesa in tempi rapidi, vogliamo il regionalismo differenziato entro l’anno”
Il sì dell’Aula a una risoluzione che dà mandato al presidente della Giunta di proseguire e chiudere il negoziato con l’esecutivo nazionale: a favore la maggioranza Pd, Si, Misto-Mdp, opposizioni astenute (Lega, M5s, Fi, Fdi, Mns, AltraER), nessun voto contrario. La Regione chiede la gestione diretta e con risorse certe di 15 competenze in aree strategiche come politiche per il lavoro; internazionalizzazione delle imprese, ricerca e innovazione; istruzione; sanità; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; relazioni internazionali e rapporti con la Ue. L’assessore Petitti: “Cresce e si rafforza il sistema territoriale”
Bologna – “Questa non è una gara. Il punto non è chi arriva prima, secondo o terzo. Noi non vogliamo primati. Il suo, quello di regione che più cresce in Italia, l’Emilia-Romagna lo conquista da oltre tre anni a questa parte, grazie alla forza di imprese e lavoratori, ai saperi di questa terra e alla sua continua spinta verso la ricerca e l’innovazione. E’ questa l’Emilia-Romagna che chiede maggiore autonomia: il riconoscimento di un regionalismo differenziato, sulla base di quanto prevede la Costituzione e senza mettere in discussione l’unità nazionale, per noi intoccabile, per poter continuare a creare sviluppo e occupazione, migliorando la qualità dei servizi, creando opportunità per i giovani e rafforzando il proprio welfare e il proprio sistema sanitario, per garantire a tutti diritti inalienabili. A questa Emilia-Romagna si deve serietà, oltre che riconoscenza e oggi, con il parere positivo dell’Assemblea legislativa, ancora una volta senza alcun voto contrario, completiamo un percorso nel quale mai abbiamo cercato scorciatoie, per avere sempre la condivisione con tutte le forze sociali, i territori, le università e le associazioni riunite nel Patto per il Lavoro, oltre al confronto continuo con i Gruppi consiliari, che ringrazio per il contributo e di cui abbiamo recepito diverse proposte, raggiungendo un risultato straordinario. Adesso il nostro progetto è pronto, le competenze che chiediamo sono definite e al Governo – col quale stiamo collaborando in maniera efficace, da subito ho ringraziato la ministra Stefani per la disponibilità dimostrata – lo ribadiamo con forza: siamo pronti al confronto per chiudere nel tempo più breve possibile un’intesa che porti al riconoscimento della maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna entro l’anno”.
Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, interviene in Assemblea legislativa durante la seduta dedicata al progetto della Giunta regionale per l’acquisizione di ulteriori forme e condizioni di autonomia ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Carta costituzionale, sul quale è aperto il negoziato con il Governo. Aula dalla quale arriva disco verde, con l’approvazione di una risoluzione che di fatto approva il progetto di maggiore autonomia – con la richiesta della Regione di poter acquisire la gestione diretta, e con risorse certe, di 15 competenze in aree strategiche come politiche per il lavoro; internazionalizzazione delle imprese, ricerca e innovazione; istruzione; sanità; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; relazioni internazionali e rapporti con la Ue – e impegna il presidente Bonaccini a proseguire il confronto con l’esecutivo nazionale, aggiornando il parlamento regionale emiliano-romagnolo trasmettendogli lo schema d’Intesa con l’esecutivo prima della sua formale sottoscrizione. Nessun voto contrario, con il sì della maggioranza – Pd, Si e Misto-Mdp – e l’astensione delle opposizioni: Lega, M5s, Fi, Fdi, Mns, AltraER.
“Con oggi l’Assemblea legislativa ha posto le basi per la prosecuzione del negoziato con il Governo. La richiesta di una maggiore autonomia per l’Emilia-Romagna- ha detto l’assessora regionale al Riordino territoriale, Emma Petitti, aprendo il dibattito in Aula- rappresenta una iniziativa di grande valore politico-istituzionale che riguarda il cuore dell’intera comunità emiliano-romagnola. Un’iniziativa che rafforza e fa crescere il sistema territoriale anche attraverso l’aumento dei diritti, dal lavoro alla salute, dall’impresa all’istruzione, dalle infrastrutture fino all’ambiente e all’agricoltura”. Inoltre, ha aggiunto, “la procedura di confronto con l’esecutivo nazionale avrà una scansione tecnica e politica precisa, che sarà la garanzia della discussione sulle materie per cui questa Regione oggi chiede convintamente una maggiore autonomia”.

Confermato anche per il percorso condiviso che la Regione ha scelto fin dall’inizio. Infatti, la risoluzione prevede che il presidente della Giunta prosegua nel coinvolgimento attivo di tutte le rappresentanze istituzionali, economiche e sociali firmatarie del Patto per il Lavoro, e l’acquisizione formale del parere del Consiglio delle autonomie locali, a conclusione di un cammino che ha visto l’ampia condivisione di Comuni, Province e della Città metropolitana di Bologna.
Autonomia per via costituzionale
L’articolo 116 della Costituzione, al terzo comma prevede l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata. Il 26 luglio scorso, Bonaccini ha consegnato alla ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani, il progetto di autonomia dell’Emilia-Romagna, condiviso con le parti sociali nell’ambito del Patto per il Lavoro, che prevede un aumento delle competenze richieste, aggiungendo alle 12 già definite la gestione diretta di altre tre: agricoltura, acquacoltura, protezione della fauna e attività venatoria; cultura e spettacolo; sport. Dunque, in totale 15 competenze. Cinque mesi prima, il 28 febbraio, il presidente della Regione aveva firmato uno storico Accordo preliminare con il Governo precedente, insieme a Lombardia e Veneto, nel quale venivano appunto fissate le prime 12 competenze. Oggi il via libera dell’Assemblea legislativa al documento ampliato da portare al negoziato finale in sede nazionale.
Le 15 competenze
Eccole, suddivise per aree tematiche strategiche. Sono quelle di cui la Regione Emilia-Romagna chiede la gestione diretta:

– AREA STRATEGICA: tutela e sicurezza del lavoro, istruzione tecnica e professionale
1) tutela e sicurezza del lavoro;
2) istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche;
3) norme generali sull’istruzione;

– AREA STRATEGICA: internazionalizzazione delle imprese, ricerca scientifica e tecnologica, sostegno all’innovazione
4) commercio con l’estero;
5) ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi;
– AREA STRATEGICA: territorio e rigenerazione urbana, ambiente e infrastrutture
6) governo del territorio;
7) protezione civile;
8) tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali
– AREA STRATEGICA: tutela della salute
9) tutela della salute;

– COMPETENZE COMPLEMENTARI E ACCESSORIE riferite alla governance istituzionale, al “coordinamento della finanza pubblica, alla partecipazione alla formazione e all’attuazione del diritto dell’Unione europea, ambiti trasversali ai quali si ricollegano in particolare:
10) coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;
11) rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni;
12) Organizzazione della giustizia di pace;

– ULTERIORI OBIETTIVI STRATEGICI
13) agricoltura, protezione della fauna, esercizio dell’attività venatoria e acquacoltura;
14) valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali;
15) ordinamento sportivo.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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