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Da: Organizzatori

Ogni settimana speaker nazionali, youtuber, rapper ed esperti di storytelling si confronteranno con ragazze e ragazzi che vogliono approfondire gli aspetti della comunicazione radiofonica

“Make Radio, don’t panic!” è la proposta che circa venti webradio di giovani dell’Emilia-Romagna, attive da Piacenza a Rimini, e molte delle quali sostenute dall’assessorato alle Politiche Giovanili della Regione attraverso la legge regionale 14/08, hanno scelto di offrire alle ragazze e ai ragazzi costretti in casa per via dell’emergenza coronavirus.
L’idea, lanciata da Radio Sonora, la webradio dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, e condivisa con le altre realtà, è quella di far partecipare direttamente i giovani alla costruzione di un programma radiofonico che è sia un percorso formativo che una buona opportunità di incontro e confronto.

“Fare radio insieme permette di abbattere tutte le distanze geografiche e fisiche- ha commentato la vicepresidente e assessora al Contrasto alle diseguaglianze e alle Politiche giovanili, Elly Schlein- e offre ai giovani l’opportunità di ritrovarsi, mettersi in relazione, scambiarsi idee e opinioni. In Emilia-Romagna abbiamo una grande ricchezza di webradio giovanili, una rete che dobbiamo sempre di più valorizzare e rafforzare, perché è attraverso queste frequenze che passa la voce, diretta e libera, delle ragazze e dei ragazzi, la loro visione di società, la loro voglia di partecipare. A noi, come istituzione, spetta il compito di promuovere questi spazi virtuali in cui si coltiva una cittadinanza consapevole e si formano anche dei talenti creativi e delle professionalità”.

Nel progetto delle webradio, infatti, ragazze e ragazzi non sono semplicemente dei fruitori di un prodotto che viene loro offerto e a cui possono accedere individualmente dalle loro case. Saranno loro stessi a costruire gli appuntamenti, a creare i podcast e scegliere gli argomenti da affrontare e gli esperti da coinvolgere in ogni puntata.

Il percorso, che prenderà il via domani alle ore 17, vedrà la partecipazione ogni settimana di speaker di emittenti nazionali, youtuber, rapper, esperti di storytelling e di comunicazione radiofonica. Al primo appuntamento parteciperà lo speaker e autore di Radio Deejay, WAD, che dialogherà con ragazze e ragazzi di musica, rap e ok boomer. Si proseguirà martedì 21 aprile, alla stessa ora, con Andrea Borgnino, ideatore e curatore di Radio Techetè. Con il giornalista e conduttore radiofonico si ripercorrerà la storia della radio mettendola in relazione con quella del nostro Paese. Terzo appuntamento già fissato quello di venerdì 24 aprile alle ore 17 con Marco Villa, co-fondatore di Serialminds.com, sito dedicato alle serie tv, critico musicale per Rockit.it e uno degli autori di “E poi c’è Cattelan”, show di Sky Uno. A lui ragazze e ragazzi potranno chiedere tutto quello che vogliono sapere della professione di chi scrive per radio, tv e serie tv.

Questi sono solo i primi appuntamenti fissati. Il palinsesto lo costruiranno passo dopo passo i ragazzi delle varie webradio che collaboreranno insieme con il coinvolgimento di molti altri esperti e rappresentanti del mondo radiofonico e della musica, come l’attore e formatore Alfonso Cuccurullo, il rapper Moder e lo youtuber The Walking Nose.

Gli appuntamenti, tutti gratuiti, si svolgeranno attraverso la piattaforma web “Zoom”, potranno partecipare tutti i giovani speaker e collaboratori delle webradio della Regione Emilia-Romagna.

I podcast, che verranno prodotti da Radio Sonora, saranno poi pubblicati sul sito delle Politiche Giovanili della Regione Emilia-Romagna giovazoom.it e resteranno disponibili nella programmazione delle webradio.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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