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17 Aprile 2016

Mangiate la verdura

Tempo di lettura: 4 minuti


Anche oggi le notizie sgommano peso.
Sgommano impetuose come il pickup 4×4 di Jack Helton da Nampa, Idaho (cit.).
Ci giungono infatti 8 preziosi consigli “per dare il meglio su Instagram”.
Non posso fare a meno di elencarli perché ho molto a cuore la salute mentale della razza umana.
Fonte: Alice Cerea, blogger professionista (!) su “Glamour”.
Via!

Brano: “Jack Pepsi” ei TAD
Brano: “Jack Pepsi” ei TAD

Innanzitutto un suggerimento: “Non hai mai pensato che, forse, il problema non sei tu ma la foto stessa?”.
Quindi i consigli che spaziano dall’acconciatura al trucco, passando per il contouring e le pose da assumere di fronte alla fotocamera.
1 – “No alle pose innaturali, stai eretta, come stai normalmente!”;
2 – “Occhio alle mani! Lascia sempre polsi e dita rilassati per un effetto naturale mentre per la manicure, se ti capita spesso di fare da modella, punta a degli smalti semi-permanenti in colori neutro”;
3 – “Giù il mento! Non alzare la faccia, fissa le fotocamera come se fosse un amico e, per modellare il volto, punta sulla tecnica del contouring”;
4 – “Occhio agli occhi! A meno che tu non abbia degli occhi rotondi e grandissimi fissa la fotocamera sempre ‘direttamente’ ma dal basso verso l’alto”;
5 – “Mani e viso. Non mettere mai le mani di fronte al volto, non coprirti, sorridi, sei bellissima!”;
6 – “Apri gli occhi! Non cercare di fare sguardi ammiccanti che ‘non sono tuoi’, opta per un trucco smokey eyes leggero nei colori naturali e sorridi con bocca e occhi!”;
7 – “Braccia. Non lasciarle ciondolare, mai! Punta piuttosto per due diverse pose, provane una a ciondoli e una sul fianco”;
8 – “Non stritolarti! Sii delicata, cercare di perdere qualche centimetro stringendo le mani in vita, l’effetto sarà contrario!”.

Devo ammettere che comunque sono un po’ perplesso.
Quando posso leggo sempre “Glamour” ma non mi tornano un po’ di cose.
Di nuovo, non posso fare a meno di elencarle perché ho molto a cuore la salute mentale di me stesso.
Via!
No, non mi ricordo più .
L’ultima cosa che mi ricordo è che ieri ho postato su Instagram un piatto di plastica pieno di lattuga e un po’ fuori fuoco.
Era il terzo che mi mangiavo e sentivo che mi stavano per spuntare il guscio dietro e la tartaruga davanti.
Vedevo quasi le proverbiali porte della perfezione spalancate, spalancate dalle mie carapacità, lì ad apparire come sono realmente: infinite.
Così, proprio mentre brucavo felice la mia lattuga, un amico mi fa: “mi sono cancellato da Instagram”.
Sul momento mi stavo per soffocare con la mia goduriosa pietanza, ma ho raccolto tutte le mie forze e gli ho fatto un discorso serio.
Gli ho detto che deve assolutamente tornare, senza tanti fronzoli.
Perché non possiamo proprio lasciare Instagram in questo stato.
Dobbiamo garantire a tutti i possessori di un account Instagram almeno una piccola epifania tascabile al giorno.
Poi mi ha chiesto di indicargli il bagno e si è assentato per qualche minuto.
Quand’è tornato mi ha detto che aveva pensato molto e che avevo ragione.
Dio, è proprio vero che la strada per il cesso porta al palazzo della saggezza.
Quindi mi raccomando: fate tutti tesoro di questa storia del mio amico e buona fortuna a tutti con questi preziosi consigli per Instagram!
E via con il pezzo di oggi.
Pezzo che sgomma peso perché alla guida c’è proprio lui: Jack Helton da Nampa, Idaho.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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Radio Strike


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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