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Da: Organizzatori
Manufactory Project

Torna a Comacchio il festival dedicato alla Street Art, dal 14 al 16 giugno 2019!!

con Man O ‘Matic, Sfhir, Solo, Diamond, Kikiskipi, Luca Ledda, Luogo Comune, Giulio Vesprini, Riccardo Buonafede e tanti altri

Torna a Comacchio per il secondo anno consecutivo Manufactory Project, il festival dedicato all’arte urbana ed al suo carattere camaleontico, con un programma ricco di nuovi interventi artistici e la realizzazione di vere e proprie opere d’arte pubblica a cura di grandi nomi del panorama internazionale.

3 giorni, 3 luoghi, 27 gli artisti coinvolti per la seconda edizione del festival, che in un solo weekend, dal 14 al 16 giugno, vedrà importanti esponenti della scena contemporanea marcare con la propria cifra stilistica muri ed edifici della piccola città lagunare, arricchendo di nuovi capolavori la Street Art comacchiese.

Comacchio e le sue valli, un territorio ricco di di storia, tradizione e natura, mostra ancora una volta il suo volto poliedrico ospitando Manufactory Project, un’occasione unica per unire arte contemporanea urbana con un meraviglioso territorio accogliente e pronto ad assorbire tutta l’energia dei 27 artisti che animeranno il prossimo fine weekend!

In questi giorni, grazie al prezioso lavoro dell’Associazione di promozione sociale Spazio Marconi, gestore del FabLab MakeInCo di Comacchio, si stanno pitturando le basi i prossimi interventi artistici presso lo Stadio Raibosola, il mercato ittico di Porto Garibaldi ed in via Cagliari, in prossimità della SS. 309 Romea a Lido degli Estensi. Già al lavoro anche Riccardo Buonafede, artista comacchiese che anche per quest’anno propone all’Amministrazione Comunale di dipingere alcuni muri di edifici ed opere pubbliche degradati, con lo scopo di riqualificare aree dismesse e abbandonate.

Diverse le collaborazioni a livello internazionale che vedono protagonista Buonafede. L’ultima, solo in ordine di tempo, è quella stretta con gli artisti Simone Carraro, Giulia Noeyes e Federico Manzone che insieme hanno realizzato l’opera “Stornelli d’Esilio”, con la collaborazione del Comune di Milano e l’Associazione “Bjcem” (foto in allegato). “Stornelli d’esilio” è solo un assaggio di quello che sarà realizzato a Lido degli Estensi, location di lavoro per Buonafede & Co. Insieme all’artista comacchiese lavoreranno all’opera anche gli stessi Carraro e Noeyes.

Da: Organizzatori

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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