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Da: Ferrara Off

La lettura a puntate de ‘Gli occhiali d’oro’, interpretata dall’attrice Maria Paiato, chiuderà in bellezza la ‘Biblioteca itinerante di letteratura’, avviata in primavera dal teatro Ferrara Off, per ricordare Giorgio Bassani nel centesimo anniversario della sua nascita. La rassegna ha voluto esplorare un volto poco conosciuto dell’intellettuale ferrarese, superare il romanziere e approfondire il critico letterario, l’attento e curioso direttore di collana che volle pubblicare, o facilitare la pubblicazione, di tanti esordienti italiani e stranieri che divennero nel tempo dei veri e propri classici. Gli ultimi due incontri proposti da questa intensa e partecipata iniziativa – che per mesi ha permesso di ascoltare testi particolari e suggestivi, in altrettanto particolari e suggestive location cittadine – tornano all’origine: il gran finale infatti sarà dedicato ad una delle storie più conosciute e amate di Bassani e si terrà presso lo spazio teatrale di via Alfonso I d’Este, dove Ferrara Off ha sede. La voce di Maria Paiato – che già aveva inaugurato la rassegna, prestata in quell’occasione a ‘Il Gattopardo’ di Giuseppe Tomasi di Lampedusa – sabato 15 alle 21 e domenica 16 ottobre alle 18 diventerà la voce narrante de ‘Gli occhiali d’oro’. Protagonista di questo romanzo, pubblicato nel 1958 da Einaudi, è Athos Fadigati, otorinolaringoiatra di origine veneziana, trasferitosi negli anni Trenta a Ferrara. Scapolo, non si interessa alle donne che gli vengono presentate, e per questo comincia a insinuarsi il sospetto che il medico tanto rispettabile sia in realtà uno “così”, ovvero omosessuale. Negli stessi anni, il regime fascista promulga le leggi razziali e sono sempre di più le persone emarginate dalla società: tra queste il narratore, ebreo, che cede a un iniziale disagio e inizia a frequentare Fadigati. La storia è quella dell’incontro tra due solitudini obbligate, che non hanno scelto la propria condizione ai margini, per le quali è la società nel suo becero conformismo e nel clima fascista a imporre un bando. L’ingresso a puntata costa 8 euro per i soci Ferrara Off, 5 euro per gli under20, 10 euro per non soci – quota che comprende la tessera associativa. Il biglietto sarà ridotto per chi parteciperà a entrambi gli incontri: 14 euro per i soci, 16 euro per i non soci – comprensivi di tessera.  La ‘Biblioteca itinerante di letteratura’ è una produzione Ferrara Off, con il patrocinio del Comune di Ferrara, della Regione Emilia-Romagna, del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario di Giorgio Bassani e di Italia Nostra. Per sostenerla è aperta una campagna di finanziamento sulla piattaforma IdeaGinger. Per informazioni o prenotazioni scrivere a info@ferraraoff.it oppure telefonare al numero 3336282360.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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