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da: Ufficio Stampa Omnia Relations

“Expo: eredità e sfide future per la Regione Emilia-Romagna” è il titolo del talk promosso da Corriere Imprese per discutere dell’eredità dell’esposizione universale appena conclusa: le ricadute sulla realtà produttiva della regione, le sfide per il futuro, il ruolo di traino dell’Emilia-Romagna nel panorama nazionale. A moderare la tavola rotonda il direttore del Corriere di Bologna Enrico Franco.
La serata sarà inoltre l’occasione per la presentazione dell’ultimo libro di Andrea Segrè, “Cibo”, edito da Mulino, dizionario in 55 voci sul cibo ai tempi di Expo, e per visitare la mostra “Tullio Pericoli 1995-2015” ospitata da Palazzo Fava.
Quel che resta di Expo è un patrimonio di riflessioni e conoscenze sul grande tema del cibo e della sostenibilità alimentare da non disperdere, ma anzi da gettare come ponte alle sfide future: questo il tema al centro di “Expo: eredità e sfide future per la Regione Emilia-Romagna”, il talk promosso da Corriere Imprese che il prossimo 17 novembre alle 18.00 nella prestigiosa cornice di Palazzo Fava vedrà confrontarsi Palma Costi, Assessore Regionale alle attività Produttive, Silvia Giannini, Vice Sindaco Comune di Bologna, Myriam Finocchiaro in rappresentanza rispettivamente di Granarolo, che ad Expo ha rappresentato la filiera del latte in qualità di Partner di Padiglione Italia e Tiziana Primori, Amministratore Delegato di FICO – Eataly world. E ancora Enrica Gentile, Presidente Giovani Imprenditori di Unindustria Bologna, Fabio Roversi-Monaco, Presidente Genus Bononiae e Presidente Banca IMI, Andrea Segrè, Presidente CAAB e tra gli ideatori del progetto FICO – Eataly World e Fabio Fava, Rappresentante Nazionale per il Settore della Bioeconomia presso i Comitati di Horizon 2020 della Commissione Europea.
A fare da moderatore Enrico Franco, dall’estate alla guida del Corriere di Bologna, che porta a Bologna il format dei talk di Corriere Imprese, uno spazio di approfondimento live a naturale complemento dei contenuti dell’inserto economico del lunedì.
Ad Expo l’Emilia-Romagna ha rivestito un ruolo di primo piano, confermandosi come la regione più presente per qualità e quantità di proposte, come ha ricordato il Presidente della Regione Stefano Bonacini, mentre all’orizzonte si profila, all’interno del CAAB di Bologna, l’apertura di FICO – Eataly World, il grande parco agroalimentare dove promuovere un’educazione sostenibile della filiera agricola e alimentare. Merito di un territorio forte di un patrimonio gastronomico e agricolo che non ha eguali, come dimostrano i 41 prodotti Dop e Igp certificati nella nostra regione.
La serata del 17 novembre sarà occasione per la presentazione in assoluta anteprima a Bologna di “Cibo” (Ed. Il Mulino, collana Parole Controtempo), l’ultimo libro di Andrea Segrè: viaggio nel mondo del cibo e nel cibo del mondo che racconta in 55 voci la nostra relazione col cibo ai tempi di Expo, compiendo un’analisi dettagliata sull’evoluzione (e involuzione) della cultura agroalimentare degli ultimi cinquant’anni in Italia.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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