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Da ufficio stampa Conservatorio Ferrara Press

Dall’alto di un’immaginaria torre un trio raro e un quartetto d’ottoni riempiranno di musica il prossimo appuntamento de ‘I concerti a Palazzo Bonacossi’ domani, martedì 27 marzo alle 18,nello storico edificio in via Cisterna del Follo 5 a Ferrara (ingresso libero). Le musiche di Tovey, Kahn, Desprez e Hindemith, verranno infatti eseguite da una formazione inusuale, costituita da strumenti fortemente evocatori del Romanticismo tedesco: il trio di clarinetto (Claudio Conti), corno (Massimo Mondaini) e pianoforte (Annamaria Maggese). Seguirà il concerto del quartetto a due trombe (Martina Dainelli e Sebastiano Giudici), trombone (Giacomo Scanavini) e corno (Massimo Mondaini).Preziosa è la collaborazione di Enrico Dolcetto, allievo del Conservatorio Frescobaldie neo laureato con il massimo dei voti e la lode, che ha curato l’arrangiamento di alcuni brani, e la presenza degli allievi Sebastiano Giudici e PaoloLenzi, che affiancheranno i loro maestri per il concerto.
La Germania della prima metà del Novecento e la fuga dal Nazismo, la tradizione contrappuntistica nordica che diverrà nutrimento per i secoli a venire, così come il perdurare dello stile tardo-romantico ancora nella prima metà del secolo scorso, oltre che il forte legame tra Brahms, Joachim, Tovey e Kahn, e tra Brecht, Hindemith e Weill,sonoi molteplici fili rossi che uniscono le vite dei diversi compositori scelti per il concerto a Palazzo Bonacossi.
Sir Donald Francis Tovey su musicologo, compositore e pianista britannico. Nominato baronetto nel 1935, si formò pianisticamente aEton, dove nacque da un docente di teologia. Suonò in duo con Joachim, famoso violinista, e anche col Quartetto Joachim, con cui fece tournée a Berlino e Vienna all’inizio del ‘900.Dal 1914 ebbe la cattedra di Musicologia ad Edimburgo, dove fondò la Reid Symphony Orchestra che pure diresse.Kahn Robert si forma in Germania e nel 1887 è a Vienna, dove ebbe spesso contatti con Brahms. Dopo il servizio militare fece ritorno a Berlino, dove fu in relazione con Joachim, che col Quartetto eseguì la sua prima composizione del genere.Nel ‘37 emigrò in Inghilterra, a causa della dittatura nazista. La Serenata proposta per il concerto è del 1923 e rivela fortissime ascendenza brahmsiane, persino nella scelta della tonalità (Fa minore). L’intera sua produzione peraltro sarà sempre di stile tardoromantico, nonostante Kahn abbia vissuto fino al 1951.JosquinDespres è uno dei maggiori esponenti della scuola contrappuntistica fiamminga di fine ‘500. La sua figura si delinea come quella di rinnovatore della poetica e dell’arte musicale, anche se rimane pressoché sconosciuto fino all’Ottocento.Paul Hindemith, infatti, soleva far precedere i brani del PlonerMusikTag (1932) da Bicinium di Despres, sonati con tuba ad libitum da eseguirsi – modo quantomeno bizzarro – “dall’alto di una torre”. Hindemith, che conobbe Bertold Brecht, fu condannato come “autore degenerato”, “nemico del popolo” e “corruttore della musica tedesca” durante il Nazismo e fu costretto a trovare riparo ad Ankara.Kurt Weillnacque, primogenito figlio del primo cantore della sinagoga diDessau, nel 1900.Celebre è il sodalizio con Bertold Brecht, e la sua Opera da tre soldi, ne è il risultato più celebre. L’opera fu messa in scena nel 1928 a Berlino. Weill fuggì nel 1933 ed era senz’altro dopo Hindemith il musicista più famoso in Germania.
I Concerti di Palazzo Bonacossi nascono con l’intento di far riscoprire la musica da camera, nei suoi vari stili e diversi autori. Il ciclo di dodici pomeriggi musicali,a cadenza settimanale, è promosso dal Conservatorio Frescobaldi di Ferrara in collaborazione con i Musei Civici d’Arte Antica di Ferrara e il Comune di Ferrara. Da Mozart a Ravel, da Monteverdi a Debussy, la rassegna porterà a Palazzo Bonacossiun ricco repertorio con esibizioni dei docenti e di alcuni dei migliori allievi del conservatorio ferrarese. Tutti i concerti di Palazzo Bonacossi iniziano alle 18 e sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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