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da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Martedì 28 Luglio dalle ore 10,00, da Milano Expo a Bologna, giornata dell’ortofrutta : da Expo a tutte le regioni italiane. In Emilia Romagna ortofrutta di solidarietà a Bologna e Parma.
Dai nuovi mestieri alla spesa guidata, dalle speculazioni alla solidarietà, in un’estate anomala.
A Bologna e Parma Coldiretti consegnerà frutta all’Opera Padre Marella e a Piattaforma Parma

Una giornata dedicata al primato italiano nella produzione di frutta e verdura in Europa che coinvolge con iniziative particolari le diverse regioni a partire dall’Expo dove l’appuntamento principale è alle 10,00 di martedì 28 luglio al padiglione “No farmers no party” all’ingresso del Cardo sud con l’iniziativa che prenderà il via alla presenza di migliaia di agricoltori provenienti dalle campagne di tutte le regioni insieme al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che presenterà lo studio di Coldiretti sull’andamento dei consumi in questa anomala estate ma anche sulle speculazioni in atto a danno degli agricoltori e dei consumatori e sulle soluzioni per combatterle.
All’opera davanti al padiglione Coldiretti i nuovi mestieri, dagli scultori di cocomeri ai sommelier della frutta, dai tutor dell’orto a quelli della spesa, nuove figure professionali che accompagneranno con utili consigli la distribuzione gratuita della frutta nell’area espositiva.
La mobilitazione per favorire la conoscenza della frutta e verdura italiana – informa Coldiretti – si svolge lungo tutto la Penisola con modalità differenziate, ma con il filo conduttore comune della solidarietà nei confronti delle categorie più deboli, dagli anziani ai bisognosi agli immigrati ai qualità data l’opportunità di gustare il meglio del Made in Italy.
Mentre centinaia di produttori emiliano romagnoli interverranno alla giornata dell’ortofrutta ad Expo, in Emilia Romagna la più grande azione di solidarietà degli agricoltori a favore dei più bisognosi si concretizzerà a Bologna, alle ore 10,30, in via del Lavoro 13, dove i produttori di Coldiretti consegneranno pesche e nettarine alla mensa dell’Opera padre Marella, uno dei più noti enti di beneficenza a tra i più noti enti di beneficenza a sostegno di tutti i bisognosi, e a Parma, dove verrà consegnata frutta alla Piattaforma Parma presso l’Emporio Alimentare, strada Traversante san Leonardo 13, un progetto di solidarietà, promosso da istituzioni, enti economici, sociali e assistenziali per combattere lo spreco alimentare e dare aiuto agli indigenti.

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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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