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Da ufficio stampa ascomfe

Si terrà il 3 aprile, in mattinata , l’incontro – particolarmente atteso – in comune a Comacchio – presente l’assessore regionale Paola Gazzolo ed i massimi tecnici regionali – per illustrare l’operatività ed i diversi passaggi del piano di difesa costiera che diventa sempre più urgente per salvaguardare la costa (e l’intero sistema balneare e turistico). L’incontro è aperto alle associazioni di categoria ed ai consorzi di settore.
Anche le recenti mareggiate accompagnate dal vento di bora hanno complicato oltre misura la situazione sia ai martoriati Lidi Nord ma che stavolta hanno creato criticità (leggi allagamenti nelle strutture dei Bagni) anche in alcuni stabilimenti ai Lidi Sud tant’è che la Regione ha firmato provvedimenti di interventi urgenti per Spina e Porto Garibaldi. Ed oltre all’erosione con il mare vorace l’altro fenomeno è stata l’invasione delle spiagge da montagne di detriti portati dalle acque che ora gli operatori stanno meticolosamente pulendo. Con un obiettivo ed una volontà precise tipiche dei nostri operatori: riaprire con certezza a pieno ritmo per le festività Pasquali per poter accogliere al meglio i turisti con la consueta professionalità e cortesia.
“Anche il maltempo di queste ore – spiega Gianfranco Vitali presidente di Ascom Comacchio – ha sottolineato l’urgenza di veder presentato il piano e sopratutto poi di sapere i tempi della sua attuazione con opere strutturali. Non c’è più un minuto da perdere. E’ un impegno dovuto verso gli operatori che si sono rimboccati le maniche anche in questa occasione e stanno già lavorando per ripristinare le strutture”
Nicola Bocchimpani presidente di AsBalneari sottolinea: “L’ultima mareggiata ha di nuovo colpito in modo pesante ed il vento che continua spirare in queste ore non migliora la situazione. Il cordone sabbiosa a protezione dell’arenile in media è stato eroso del 50%. Ogni hanno il mio stabilimento vede sparire il 15-20% di spiaggia e ho smesso di fare il conto di quante file di ombrelloni ho perso Una situazione di precarietà che certo non aiuta gli imprenditori ad investire con certezza sul futuro fino a che non avranno risposte strutturali certe a difesa dei loro investimenti” anche se l’impegno e la passione non vengono certo erosi.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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