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Da: Ufficio Stampa

Fabio Bergamini e Nicola Lodi: “polemiche strumentali: Ferrara ha fatto prima e meglio di altri. ora tocca alla Regione fare la sua parte, provvedendo a dotare i comuni di nuovi dpi”

«Dal Pd arrivano i soliti e strumentali attacchi, visto che Ferrara ha fatto prima e meglio di altri, distribuendo 50mila mascherine in un giorno (in totale siamo a 200mila). Ci piacerebbe che, anziché perdere tempo in polemiche, il Partito Democratico si desse da fare in Regione per assicurare alla città i dispositivi di protezione individuali necessari a contenere il “coronavirus”». Arriva puntuale, come le mascherine distribuite in questi giorni a Ferrara, la replica del vicesindaco Nicola Lodi e del consigliere regionale, Fabio Bergamini, a seguito degli attacchi del consigliere Pd, Bertolasi. «Prima, ci hanno chiesto dove fossero le mascherine, ora non so quali siano le ragioni delle ulteriori polemiche imbastite ad arte. Posso dire che il Comune di Ferrara ha già distribuito 200mila mascherine alla popolazione, coprendo in tempi contenuti l’intero fabbisogno dei ferraresi», avvisa Nicola Lodi. Il quale ricorda come «Il Comune abbia provveduto in proprio all’acquisto dei dispositivi, dopo avere esaurito il quantitativo di mascherine in TNT (tessuto non tessuto; ndr) arrivato dalla Regione. Nella sola giornata di martedì – aggiunge Lodi – impiegati comunali e volontari hanno imbustato cinquantamila mascherine. Bertolasi diceva di volersi aggiungere per dare una mano, ma nemmeno questa volta lo abbiamo visto… Poco male, perché le mascherine sono andate in distribuzione lo stesso». Ma non ci si accontenta: «Per proseguire lungo il trend di contenimento del contagio nel Ferrarese – osserva il consigliere regionale Fabio Bergamini – è necessario che anche la Regione Emilia-Romagna, adesso, faccia la sua parte. Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri – che ha voluto l’acquisto delle mascherine – la Protezione civile e tutti coloro che si sono dati da fare sono stati ammirevoli, ma per continuare lungo i risultati di prevenzione raggiunti bisogna che la Regione invii alla città altre mascherine e dispositivi di protezione individuali. I quali sono necessari per contenere il contagio, soprattutto in previsione di una progressiva riapertura delle attività lavorative ancora ferme».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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