Skip to main content

da: Ufficio Stampa MEIS Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah

Mentre mi avvicinavo al MEIS, percependo il brusio dei bambini, mi è venuta in mente una massima ebraica di circa 1.800 anni fa, secondo la quale l’Eterno, se applicasse i canoni della giustizia, dovrebbe distruggere il mondo tutti i giorni, ma non lo fa perché sente il balbettio dei bambini e allora gli torna la speranza. E un’altra massima dice che chi impara da bimbo è come inchiostro di prima qualità su carta nuova, mentre chi impara da adulto è inchiostro di scarsa qualità che si imprime su carta già usata e cancellata da altri”.

Le suggestive immagini evocate dal Rabbino Capo di Ferrara, Luciano Caro, hanno introdotto efficacemente il nuovo percorso didattico, rivolto ai bambini, della mostra “Torah fonte di vita”, inaugurato questa mattina (domenica 29 maggio, ndr) presso la sede della Fondazione MEIS di Ferrara (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, Via Piangipane 81).

Novità assoluta nel panorama museale italiano sul tema dell’ebraismo, il percorso promosso dal MEIS, dalla Comunità Ebraica di Ferrara e dal Comune di Ferrara, con il contributo del Rotary Club Ferrara, punta ad avvicinare anche il pubblico più giovane al significato degli oggetti e dei luoghi di culto, ai momenti fondanti e alle feste della religione ebraica, attraverso giochi interattivi, video e contenuti multimediali.

Come ha sottolineato Andrea Pesaro, Presidente della Comunità ebraica di Ferrara, “la curiosità va stimolata, perché da essa nascono interesse, apprendimento e conoscenza, valori fondamentali per capire il mondo, esserne partecipi e sopravvivere nei secoli, come insegna la storia del popolo ebraico”.

E ad accendere la curiosità dei bambini sono, nel percorso curato da Sharon Reichel (progetto espositivo di Monica Bettocchi, con il supporto di Tryeco 2.0 per la grafica e i videogame, e di Panebianco & CO per le illustrazioni), il cartone animato “La sera di Shabbat”, che introduce i più piccoli alle festività ebraiche e ad appuntamenti fondamentali del culto, e che si chiude con domande sulla Sinagoga, su quel libro speciale che si chiama Torah e sul perché delle candele accese. Interrogativi ai quali i baby visitatori possono rispondere con un tablet e poi staccando sagome colorate dalle pareti e ricollocandole nel modo giusto.

Per scoprire il nome e il significato di alcuni oggetti di arte cerimoniale, come la corona Keter che va posta sulla Torah, basta aprire i cassetti che li custodiscono, annusare la cannella, il ginepro, l’anice stellato e i chiodi di garofano contenuti nei Besamin durante la cerimonia che segna la fine del sabato, accostare l’orecchio ai puntali Rimmonim, posti sui manici della Torah, per sentirne risuonare i campanellini.

Un altro tablet consente di aiutare Mosè a raggiungere le tavole della legge, mentre su un monitor interattivo si possono trascinare gli oggetti raffigurati o dentro il contenitore “rituale pubblico” o dentro quello “rituale privato”, fino a provare a capire com’è composto l’alfabeto ebraico maneggiandone le lettere, sotto forma di tessere rimovibili.

La negazione, insomma, dello stereotipo “museo = istituzione noiosa e polverosa”. Lo ha rivendicato il Vicesindaco del Comune di Ferrara, Massimo Maisto, spiegando che “il MEIS avrà spazi verdi, per giocare e apprendere divertendosi. La nostra città è stata per tanto tempo divisa tra chi ci credeva e chi no – ha concluso Maisto –, ma ormai, grazie anche agli ultimi finanziamenti, l’appuntamento è per settembre 2017, con l’apertura del primo lotto”.

Fino al 30 settembre, “Torah fonte di vita” e il percorso saranno fruibili dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17, e la domenica dalle 10 alle 18; dal 1 ottobre al 31 dicembre, dal martedì al giovedì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17, il venerdì dalle 10 alle 15 e la domenica dalle 10 alle 18. Le festività ebraiche corrispondono, invece, a giorni di chiusura.

Il biglietto d’ingresso intero costa 4 €, mentre chi presenterà la MyFE Card avrà diritto al biglietto ridotto (3 €); entrano gratis gli under 18 anni e gli insegnanti accompagnatori.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it