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da: Associazione Zone K

Un evento assolutamente straordinario al Circolo Arci Zone K di Via Santa Margherita 331 a Malborghetto Di Boara, in collaborazione con Pentagon Booking, mercoledì 10 febbraio saliranno sul palco Alexander Hacke degli Einstürzende Neubauten e Danielle De Picciotto in una data unica per l’Emilia Romagna.
Alexander Hacke è nato nel quartiere proletario di Neukolln a Berlino nel 1965.
Inizia a produrre musica giovanissimo, sia da solo che in varie band tra cui Sentimentale Jugend insieme alla sua ragazza Christiane Vera Felscherinow (meglio nota come Christiane F, autrice de “Noi Ragazzi dello Zoo di Berlino”).
Ha appena quindici anni quando nel 1980 entra a far parte degli Einstürzende Neubauten come chitarrista e produttore. Ne è tuttora uno degli elementi portanti, anche il leader Blixa Bargeld lo definisce cruciale per il sound e la personalità della band.
Parallelamente continua a lavorare a progetti solisti e collaborare con vari musicisti, farà parte dei Crime And The City Solution tra l’86 e il ’92.
Nel 2005 pubblica l’album solista Sanctuary, da lui registrato con uno studio mobile tra l’Europa e il nord America con la partecipazione tra gli altri di Vinnie Signorelli (Unsane) e David Yow (The Jesus Lizard).
Nel 2006 sposa Danielle De Picciotto, artista multimediale americana trapiantata a Berlino, e cantante degli Space Cowboys, famosa anche per aver dato vita, insieme a Dr. Motte alla Love Parade.
Insieme i coniugi Hacke lavoreranno a numerose produzioni teatrali, performative e discografiche ispirate al cinema, alla letteratura e alle arti figurative, tra cui “Mountains Of Madness” ispirata all’opera di Hp Lovecraft.
Nel 2012 Alex Hacke partecipa alla reunion dei Crime and the City Solution, e all’album “American Twilight” pubblicato da Mute.
Nel 2014 Alexander Hacke e Danielle de Picciotto fondano la band Ministry of Wolves insieme a Mick Harvey (THE Birthday Party, The Bad Seeds).
Appuntamento prestigioso per la nostra città, da non mancare assolutamente in un locale che si sta distinguendo per la qualità assoluta della proposta musicale.
Apertura ore 20, inizio concerto ore 22 circa. Biglietti disponibili alla cassa e posti limitatissimi. Ingresso riservato ai Soci Arci. Per informazioni chiamare il 346.0876998.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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