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da: organizzatori

Per un doppio concerto fuori dagli schemi, tra musica punk-rock, poesia e teatro

Ancora un doppio concerto per il sesto appuntamento del Racket Festival 2015, a Palazzo della Racchetta, e ancora una volta sul palco dello storico palazzo in centro a Ferrara, in via Vaspergolo, 6, sono protagoniste due formazioni ferraresi che si caratterizzano per la spiccata originalità delle loro produzioni, in bilico tra musica punk-rock, poesia e teatro, con testi in italiano decisamente anti-retorici, fuori dagli schemi e interpretazioni spiazzanti, di grandi capacità evocative.
A partire dalle 21.30 (Ingresso con tessera) saliranno sul palco “Vuoto Pneumatico” e, a seguire, “Re cane e suo marito”.
“Vuoto Pneumatico” nasce dall’incontro tra Gianni Venturi (in arte Altare Thotemico) e Giacomo Marighelli (in arte Margaret Lee, già protagonista lo scorso anno al Racket Festival di una serata ricca e suggestiva).
Gianni è un ricercatore vocale da anni, sperimenta possibili utilizzi della voce cercando di dare senso al suono o suono al senso.
In Giacomo ha trovato non un semplice accompagnatore, ma un’anima con la quale entrare in simbiosi musicalmente. La poesia spesso rabbiosa, viscerale e magmatica si fonde con il suono della chitarra ripetitiva, mantrica e poetica.
I due sono partiti da improvvisazioni di poesia sonora e si sono ritrovati alla stesura di veri e propri brani, fino alla realizzazione di un album, l’omonimo “Vuoto Pneumatico”.
“Re cane e suo marito” nascono in ambito teatrale e da principio si esibiscono dando vita a veri e propri spettacoli teatrali, solo in un secondo tempo il materiale prodotto viene rielaborato e proposto nella forma di “canzoni”, caratterizzate da testi non convenzionali e da una musicalità essenziale, solida, dai ritmi incalzanti.
Anche i Re Cane e suo marito sono già stati protagonisti l’anno scorso di una serata decisamente originale del Racket Festival.

In Vuoto Pneumatico confluiscono le esperienze di Giacomo Marighelli e Gianni Venturi.
Margaret Lee e Giacomo Marighelli sono la stessa persona, un progetto decollato nel 2008 che ha all’attivo tre album. Un incontro fra canzone d’autore, noise, chitarre sature e testi criptici, densi di certe fascinazioni godaniane, soprattutto nell’interpretazione.
Fra rabbia, desolazione, voglia di raccontare e di raccontarsi, l’autore si presenta oscuro e dilaniato, senza alcuna intenzione di rassicurare, a metà strada fra Il Teatro degli Orrori e primi Marlene Kuntz.
Giacomo dimostra al terzo album una raggiunta maturità artistica, un’inconfutabile capacità di scrittura, e grandi doti di musicista, visto che, oltre a cantare, suona chitarre, bassi e rumori.
Venturi inizia a scrivere molto presto. “Involuzione premeditata”, la sua opera prima, di poesia, è del 1986 e ha la prefazione di Roberto Roversi. A seguire “Il sogno della palude”. “Krystos” è invece il primo romanzo. Segue il libro di racconti “Uomini e Topi” .
Nel 2008 esce il romanzo che più ha avuto successo e creato scalpore: “Laksmi Shiva – diario di un assassina”, edito da Altromondo editori.
In contemporanea alla scrittura, porta avanti performances di poesia sonora sia in Italia che in Europa. La Fonoprint di Lucio Dalla produce un suo 45 giri. Il disco viene pubblicato sotto lo pseudonimo di René (Marta Collina).
Sempre per la Fonoprint esce “bluSottile”. Nascono poi gli “Altare Thotemico”. Conosciuti più all’estero che in Italia, è in questo gruppo Prog-Jazz-Rock che Gianni sfodera le sue doti di sperimentazione vocale alla Stratos. Questo dono lo porta inoltre in giro per tutta Italia a fare conferenze e seminari sull’uso della voce.

RE CANE E SUO MARITO
Dice di sé il gruppo ferrarese: “Re Cane e Suo Marito esprime l’esigenza di tradurre emozioni e concetti in musica, percorrendo e proponendo una personale visione della realtà e del proprio vissuto. La finalità ultima è di lasciare un’impronta significativa nell’animo di chi ascolta”.
Re Cane e Suo Marito debutta originariamente con brani in versione elettronica proposti in diversi locali dell’Emilia Romagna (il Patchanka di Ferrara, Spartaco di Ravenna, Artlab di Parma, CCa Lughé di Lugo e diversi altri, incluso Palazzo della Racchetta a Ferrara, nell’ambito del Racket Festival 2014) accostando uno spettacolo teatrale al fine di interpretarne i significati.
Nel tempo poi gli stessi brani sono stati rielaborati a due voci e portati in scena (e in strada) in versione acustica facendo emergere un impatto melodico, aulico e allo stesso tempo di vitale energia.
I testi sono l’espressione di un vissuto reale con richiami a significati onirici e viscerali.
Tra i luoghi dove si è esibito il duo si ricorda anche il centro sociale La Resistenza, a Cervia, a Punta Marina in occasione dell’evento “Open your mind Open your mic” e presso il centro sociale “Capolinea” di Faenza.

(in foto: i Re Cane e suo marito)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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