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da: Ufficio Stampa M5S Emilia-Romagna 

L’assessore Donini ha risposto all’interrogazione presentata dalla consigliera del M5S Raffaella Sensoli. “A gennaio la ditta Acmar di Ravenna si è rifiutata di far ripartire il cantiere. La Giunta gioca allo scaricabarile sulle responsabilità. L’unica certezza è che durante questi 13 anni di assoluto immobilismo i costi sono lievitati di 20 milioni di euro”

“Il progetto della metro di superficie Cona-Ferrara è ancora in alto mare. La Regione non sa né quando i lavori potranno ripartire, né chi dovrà portarli a termine. L’unica cosa certa è che per realizzarla dovremmo spendere almeno 20 milioni di euro in più per adeguare un progetto vecchio di 13 anni”. Torna a far discutere la  metropolitana Cona-Ferrara sulla quale nelle scorse settimane, dopo mesi di silenzio, aveva provato a riaccendere i riflettori Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S, presentando una interrogazione alla Giunta. “La risposta dell’assessore Donini conferma quanto sospettavamo, ovvero che Fer e la Regione non hanno la minima idea di quando quest’opera potrà essere realizzata – spiega la consigliera del M5S – Quello che è certo è che la ditta Acmar, a cui erano stati affidati i lavori, ad inizio anno si è rifiutata di portare avanti il cantiere. Quindi è di nuovo tutto fermo e nessuno sa come e quando si potrà procedere”. Nella risposta alla interrogazione della consigliera Sensoli la Regione ha ripercorso le principali tappe del bando che, emesso per la prima volta nel 2002, tredici anni dopo non è riuscito ancora ad arrivare nessun risultato. “Donini ha scaricato sulle aziende che si sono succedute nella gestione dei cantieri, e sulle loro difficoltà economiche, le responsabilità di questo incredibile ritardo – aggiunge Raffaella Sensoli – A noi, invece, sembra piuttosto singolare il fatto che sia la Regione che Fer in tutti questi anni abbiano preferito fare gli spettatori mentre le ditte fallivano, affittavano ad altri i propri rami d’azienda, chiedevano concordati. Bisognava intervenire prima e, invece, si è scelto di essere in balìa degli eventi, con il risultato che adesso quest’opera ci costerà 20 milioni in più rispetto a quando era stata pensata e progettata”. Le varianti al progetto originario, infatti, hanno dovuto prevedere i necessari adeguamenti (per esempio alla nuova normativa sismica e a quella sulla sicurezza) che dal 2002 ad oggi sono state modificate, facendo così lievitare a dismisura i costi. “Crediamo che la metro Cona-Ferrara sia il più chiaro esempio di come la politica sulla mobilità fatta dalla Regione in questi anni sia stata un completo fallimento, tra opere mai realizzate, milioni di euro buttati dalla finestra, sprechi sistematici – conclude la consigliera Sensoli – Adesso la Giunta trovi una soluzione al più presto. Più tempo aspettiamo più saremo costretti a pagare”.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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