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da: Associazione Roots Music Club

“Michael McDermott mi ha ridato lo stesso entusiasmo verso la musica che avevo quando ascoltavo Springsteen o Van Morrison”
“Michael McDermott è uno dei pochi che mi ha davvero reso felice di avere due fottute orecchie”

Queste due frasi non le ha dette un uomo qualunque, ma quello che forse è lo scrittore americano più famoso degli ultimi 40 anni, cioè Stephen King.

Dal suo folgorante debutto, “620 W Surf” del 1991 che lo consacrò come “the next big thing” (e il cui singolo estratto “Wall I Must Climb” scalò prepotentemente le classifiche di Billboard), McDermott ha continuato a macinare dischi e concerti, tra cadute e risalite, ma sempre godendo di grande stima e considerazione presso il pubblico e la critica.
Con il cuore al folk del Village e l’anima al rock’n’soul che da Springsteen attraversa tre decadi di grande musica, McDermott ha nel tempo assestato altri ottimi capitoli discografici e ha lentamente trovato una propria dimensione artistica lontano dai clamori degli esordi ma più consona alla sua odierna natura di maturo storyteller.
McDermott, nato e cresciuto a Chicago, torna in Italia dopo 3 anni anni e dopo aver lasciato uno zoccolo duro di fan che chiedevano a gran voce il suo ritorno sui palchi di casa nostra.
Il concerto di domenica 4 maggio, nella città di Ferrara, è denso di significato per Michael McDermott e Heather Horton, poiché proprio Ferrara è stata la città da loro scelta per la celebrazione del loro matrimonio, il 3 maggio 2009.

ROOTS MUSIC CLUB
in collaborazione con POMODORI MUSIC e ASSOCIAZIONE MUSICISTI di FERRARA AMF
PRESENTA:

MICHAEL McDERMOTT & HEATHER HORTON in concerto

DOMENICA 4 MAGGIO 2014 – ORE 18.30
AULA MAGNA “STEFANO TASSINARI”
SCUOLA DI MUSICA MODERNA AMF, via Darsena 57 (Palazzo Savonuzzi) – FERRARA
Ingresso 10,00 €
Apertura ore 18.00
Dopo il concerto sarà possibile cenare con gli artisti presso una nota pizzeria nelle vicinanze.
Informazioni e prenotazioni: enrica@rootsmusicclub.com – Cell: 340 0036841

Per chi volesse entrare nella magia delle sue canzoni:
WALL I MUST CLIMB
CARRY YOUR CROSS
GREAT AMERICAN NOVEL
WOUNDED
LEAVE IT UP TO THE ANGELS

Il sito ufficiale: www.michael-mcdermott.com

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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