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Da: Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani

Il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani manifesta la propria adesione alla mobilitazione mondiale per il clima e ne promuove la partecipazione indetta per giorno 27 settembre in Italia.
All’indomani del Vertice sull’azione per il clima del Segretario generale delle Nazioni Unite a New York, l’attenzione dei governi verso la crisi climatica sembra essersi rafforzata. Gli impegni presi per raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050, per incrementare gli investimenti climatici e quelli per potenziare l’uso delle energie rinnovabili, per proteggere la natura verso un percorso di neutralizzazione dell’uso del carbonio porteranno, se mantenuti, alla vera svolta climatica verso il risanamento del nostro pianeta.
Riuscire ad affrontare la crisi climatica con positività implica delle azioni concrete verso l’ecosistema, come testimoniato da alcuni tra gli ambientalisti più rivoluzionari: Wangari Maathai e Felix Finkbeiner.
Wangari Maathai è stata la prima donna africana a ricevere, nel 2004, il premio Nobel per la Pace per il suo impegno nella difesa delle donne, della democrazia e nella lotta alla deforestazione del Kenia. Fondatrice del movimento della Cintura Verde (Green Belt Movement) riuscì a promuovere la cultura ambientalista fino ad ottenere la piantagione di 30 milioni di alberi nel suo paese.
Felix Finkbeiner è un ragazzo tedesco che, all’età di 9 anni, ha sviluppato l’idea che i bambini potessero promuovere la giustizia climatica piantando un milione di alberi in ogni paese, lanciando così la campagna Plant-for-the-Planet, animato dal motto “smetti di parlare, inizia a piantare”, grazie al quale sono stati piantati 15 miliardi di alberi in tutto il mondo.
In occasione della settimana per il clima, il CNDDU indica alcune proposte didattiche da avviare nelle scuole al fine di sensibilizzare gli alunni sulla crisi climatica ed ispirare azioni concrete per il clima:
-per la scuola dell’infanzia, la visione del cortometraggio “Sarò un colibrì” di Bil Beneson e Gene Rosow in cui Wangari Maathai racconta la storia di un piccolo colibrì e delle sue azioni per salvare una grande foresta in fiamme;
-per la scuola primaria e secondaria, la visione del servizio di Innovation (edito da La7) “Plant for the Planet” contenente un’intervista a Felix Finkbeiner e l’illustrazione delle sue azioni;
-per la scuola secondaria, la visione del documentario di sensibilizzazione sul problema del riscaldamento globale “Una scomoda verità” (An Inconvenient Truth) di Davis Guggenheim, vincitore del premio Oscar nel 2007;
-per ogni ordine e grado, inoltre, si propone la piantagione di un albero nei giardini di ogni scuola d’Italia, ovvero in uno spazio pubblico, coinvolgendo gli alunni nella cerimonia di collocazione ed in azioni quotidiane di cura dell’albero.
-per ogni ordine e grado, infine, si propone ad ogni scuola l’avvio di una vera propria adozione di luoghi (come le cascate, i torrenti, ghiacciai ecc.), animali ( come l’ape, il gorilla, il koala, l’orso polare, il panda ecc.) o piante (come il baobab o il pino di Paranà ecc.) per i quali è stato accertato il pericolo di estinzione al fine di coinvolgere gli alunni nella pianificazione di azioni concrete a tutela della specie prescelta.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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