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Da: Informazioni Aldo Sindaco
L’iniziativa organizzata dal Partito Democratico di Ferrara insieme Paolo De Castro, che si ricandida al Parlamento Europeo, ha permesso al candidato sindaco Aldo Modonesi e al consigliere regionale Paolo Calvano di fare il punto sull’agricoltura a Ferrara.
“Il perdurare del maltempo sta mettendo in ginocchio il settore e sta dando il colpo di grazia alla produzione di pere Abate, fiore all’occhiello del comparto di Ferrara. È necessario ascoltare le associazioni e gli agricoltori e capire da loro come l’Amministrazione può e deve intervenire per salvaguardare in tempi strettissimi il reddito delle imprese che creano tantissimo lavoro. E sul fronte del lavoro in agricoltura, ancora una volta, il Governo in carica annaspa. Il decreto flussi, che programma gli ingressi in Italia di lavoratori extracomunitari, è uscito solo ad aprile, a stagione ben avviata. Le imprese hanno bisogno di manodopera ma reperirla è complicato e farraginoso. E col decreto sicurezza le aziende non possono più impiegare neanche i richiedenti asilo. Noi – spiega Modonesi – puntiamo sulla filiera che dal territorio del Comune passa dalla Regione e arriva fino all’Europa, dove mi auguro che persone capaci e qualificate come Paolo De Castro possano proseguire con un lavoro utile a chiunque abbia a cuore la crescita della nostra economia”.
“Il Partito Democratico si impegna per fare rete e dare sostegno ai territori. Questo è il nostro modo di agire. Registriamo invece che la Lega al governo del Paese gioca sporco contro l’Emilia-Romagna. Tanto che la commissione Bilancio della Camera ha bocciato la proposta del Pd di concedere indennizzi alle imprese agricole danneggiate dalle gelate di febbraio e marzo 2018. Un intervento di 10 milioni che nel bilancio dello Stato sono briciole, ma per gli imprenditori locali sarebbero preziosissimi. Non bastano gli annunci, che anche Alan Fabbri prova a fare via social, di volersi impegnare per la nostra terra e la nostra agricoltura se poi quando è il momento di farlo davvero, il suo partito si volta dall’altra parte” stigmatizza Calvano.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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