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Da organizzatori

Dal 10 marzo la mostra si arricchisce di un capolavoro e di una storia

Il prossimo 12 marzo ricorre il 374° anniversario della morte di Agostino Tassi, pittore più che mai controverso.

Originario di Ponzano Romano, tardo manierista piuttosto originale, Tassi ha saputo reinterpretare con estro la pittura nordica con cui era in contatto.
La sua fama è legata a una vicenda che allo stesso tempo lo consacra come artista e lo degrada come uomo. Importante, infatti, fu per la sua carriera la collaborazione con Orazio Gentileschi, col quale lavorò (dal 1611 al 1612) alla volta delle Muse del Palazzo Pallavicini Rospigliosi a Roma e dal quale fu generosamente ospitato in quel periodo. Ma Tassi non tardò a dimostrarsi un uomo brutale, colpevole di aver violentato la giovane figlia dell’amico, Artemisia Gentileschi.

La vicenda, denunciata solo molto più tardi dal padre della pittrice, ha profondamente inciso sulla visione che oggi la critica ha di questo artista, il quale è sfuggito alla condanna (era stato esiliato per cinque anni da Roma), tornando dopo solo qualche mese a Bagnaia, un paesino vicino alla città.
Nelle opere di Artemisia, segnata da questa violenza, si ricercano ancora le tracce psicologiche di quanto è accaduto. Ma la pittrice, sposatasi dopo lo stupro, è poi stata la prima donna – giovanissima – ad essere ammessa alla prestigiosa Accademia del Disegno di Firenze, lasciando così traccia e ricordo di sé nel mondo dell’arte per il suo talento e non per la sua storia personale.
Storie di rivalità e di antagonismo fra artisti sono piuttosto comuni. E questa, di violenza brutale e senza appello, è per di più estremamente attuale. Eccezionalmente, dopo molti secoli, in occasione della mostra della Collezione Cavallini Sgarbi, e nella coincidenza della ricorrenza dell’anniversario della morte, si ritrovano insieme, riuniti nella stessa collezione, la vittima e il carnefice: Agostino Tassi e Artemisia Gentileschi. L’opera di Agostino Tassi sarà esposta in mostra a partire dal 10 marzo.

Il percorso di oltre 130 opere, che già ospita la straordinaria Cleopatra di Artemisia Gentileschi, si arricchisce di una nuova tela: Il viaggio della Regina di Saba di Agostino Tassi.

La mostra “La Collezione Cavallini Sgarbi. Da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati. Tesori d’arte per Ferrara” è promossa dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi, in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, il Comune di Ferrara, sotto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Emilia-Romagna, e si avvale del contributo di partner privati: Bonifiche Ferraresi, Genera Group, Fondazione Cariplo.
La mostra, inaugurata lo scorso 3 febbraio, resterà aperta fino al 3 giugno 2018 nella splendida e ricca cornice del Castello Estense di Ferrara, e sta riscontrando un ottimo successo di pubblico e di critica.

La mostra è a cura di Pietro Di Natale.
Il catalogo della mostra è pubblicato da La nave di Teseo editore.
Comunicazione e grafica a cura di Studio Cerri & Associati.
Allestimento a cura di ReallizzArte e Studio Volpatti.

Agostino Tassi

(Ponzano Romano, 1578 – Roma, 1644)
Imbarco della regina di Saba
circa 1620
olio su tela, cm 60 x 75

Orari di apertura
Dal lunedì al venerdì 9.30 – 17.30
Sabato e domenica 9.30 – 18
Chiusura posticipata alle 18.30 nelle seguenti date:
31 marzo; 1, 2, 25, 28, 29, 30 aprile; 1 maggio; 1, 2, 3 giugno.
La biglietteria chiude 45 minuti prima.

Biglietti
Intero € 12
Ridotto (dai 12 ai 18 anni, over 65) € 8
Scuole medie e superiori € 7
Bambini dai 6 ai 12 anni € 5. Gratuito sotto ai 6 anni
Family: per ogni adulto pagante, un minore ha l’ingresso gratuito
Possessori MyFE Card € 3

Tariffe e agevolazioni
www.castelloestense.it

Visite guidate
Adulti con diritto al biglietto ridotto € 4. Dai 6 ai 18 anni € 3

Prenotazioni visite guidate
tel. +39 0532 244949
diamanti@comune.fe.it

Informazioni
tel. +39 0532 299233
castelloestense@comune.fe.it

Ufficio Stampa
Mara Vitali Comunicazione tel. +39 02 70108230
Mara Vitali – mara@mavico.it
Lisa Oldani tel. +39 349 4788358 – lisa@mavico.it
Claudia Tanzi tel. +39 340 1098885 – claudia@mavico.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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