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Da organizzatori

“Marcellino pane e vino”, il film degli anni Cinquanta che ha fatto epoca ispirandosi alla storia del piccolo orfano cresciuto dai frati e così desideroso di rivedere la sua mamma, diventa una mostra: “Con gli occhi di Marcellino” regala ancora oggi lo sguardo del bambino protagonista di quella pellicola, ma anche le sue stesse domande e la sua stessa amicizia con i frati che lo accolgono. Uno sguardo che incrocia quello di Gesù nel crocifisso a misura d’uomo ritrovato in una soffitta, e che diventa un incontro di amicizia e fede.

La mostra verrà presentata domani sera (giovedì 5 aprile) alle 18 nel teatro dell’Istituto San Vincenzo, in piazza Ariostea (entrata da via Fossato 19), con la partecipazione di Luisa Leoni Bassani neuropsichiatra infantile curatrice della mostra e Marcello Musacchi Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano.

L’esposizione sosterà poi per un primo periodo (dal 7 al 10 aprile) nella chiesa di Santo Spirito, in via Montebello 48, per spostarsi presso lo stesso Istituto S.Vincenzo (dal 12 al 15 aprile). La mostra, che resterà aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 17.30, evidenzia come le domande di Marcellino siano quelle di tutti i bambini riguardo il mondo e la vita e come Marcellino nel fare domande incontra Dio che risponde al suo desiderio di vedere la mamma. Emergono in questo lavoro diverse tematiche catechistiche che, seguendo il percorso del bambino, suggeriscono un itinerario spirituale valido per ogni uomo e per ogni anima che cerca Dio con la generosità e l’innocenza di un bambino: e quando lo trova, lo riconosce e infine accetta di seguirlo.

Questo avviene spesso nel dolore e nelle difficoltà della vita perché le ragioni umane non sono le ragioni di Dio che però lo scruta nel cuore e lo accoglie fra le sue braccia. E la presenza silenziosa di Maria è la via che porta Marcellino in Paradiso. La mostra è veramente bella, densa di insegnamenti e adattissima come supporto al percorso catechistico per i bambini delle parrocchie e delle scuole. Ma anche gli adulti hanno molto su cui meditare

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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