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Da: Ufficio Stampa Comune Bondeno (FE)

Fabio Bergamini Francesca Aria Poltronieri: “Una mostra per completare un percorso storico e di ricerca sull’arte del nostro maestro più importante”.

Parlare di Galileo Cattabriga significa, molto semplicemente, occuparsi di uno dei maggiori artisti del territorio matildeo. Un pittore che, non a caso, vede a lui dedicata la pinacoteca civica della città, in piazza Garibaldi. La stessa che ospiterà le sue opere (dal 12 ottobre all’8 dicembre) nella prosecuzione di un percorso di studio e ricerca che sta coinvolgendo da anni numerosi esperti. Tra loro, Daniele Biancardi (dell’Associazione Bondeno Cultura), don Franco Patruno, Franco Farina, Elisabetta Lopresti, per citarne soltanto alcuni. Studiosi che, nel corso dei decenni, hanno contribuito a ricostruire la storia artistica di Cattabriga, “recuperando” nelle collezioni di privati diverse opere, ed anche ricostruendo un percorso di taccuini, schizzi e bozzetti che, altrimenti, sarebbero finiti nell’oblio. «Occuparsi di Galileo Cattabriga – dicono il sindaco di Bondeno, Fabio Bergamini, e l’assessore alla cultura, Francesca Aria Poltronieri – significa fare luce su aspetti del nostro territorio che riservano sempre novità e curiosità interessanti. Infatti – continuano – l’artista ha sempre mantenuto un legame particolare con il suo territorio d’origine, anche quando ha vissuto in Francia, incontrando artisti che hanno contribuito ad arricchirne il background culturale». Alcuni nomi dei personaggi della cultura incontrati da Cattabriga sono da ricondurre ad Angelo Longanesi Cattani, ma anche Tito, Bassani, De Pisis, Funi e persino Baudelaire. Tra le opere più celebri di Galileo Cattabriga ci sono quelle che rappresentano la cattedrale di Notre-Dame, inghiottita dalle fiamme soltanto alcuni anni fa. Ma c’è un Cattabriga meno “celebre”, «quello che ci rimanda alle nostre terre, alla vita agricola, alle antiche corti coloniche, che sono state raffigurate dalle sue pennellate, forti e decise – concludono Bergamini e Poltronieri –. Sicuramente, ripresentare queste opere al pubblico significa fare nuova luce sulla storia del nostro territorio, in particolare nel 50° anniversario della morte».
Sabato 12 (ore 16), durante nel cerimoniale della fiera è prevista un incontro in sala consiliare aperto al pubblico, con presenti le autorità locali, Daniele Biancardi ed il critico d’arte Gianni Cerioli.

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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