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Da Fabula Fineart

Inaugurazione sabato 4 novembre 2017 ore 18.30
4 novembre – 9 dicembre 2017

Sabato 4 novembre 2017 la Galleria FabulaFineArt di Ferrara presenta Flight System Man, personale di Andrea Bianconi a cura di Vittoria Coen. La mostra si snoda fra volo e identità, quella dell’artista che ritrae se stesso in mille differenti modi, che fugge e al tempo stesso cerca se stesso, provando le proprie forze fino al limite. La performance fa parte del complesso e multiforme universo creativo di Bianconi, che mette in scena una vera e propria sinfonia di suoni, gesti, segni, oggetti ed elementi vari che accompagnano la sua continua ricerca concettuale. In I Wing l’artista traduce metaforicamente il tentativo di volo in una performance inquietante che diventa un video. L’aspirazione a librarsi nell’aria che da sempre accompagna la storia del pensiero umano, dal Mito di Icaro e dalle ricerche di Leonardo fino ad oggi, mette in relazione il rapporto tra la vita e la morte. Andrea Bianconi dà voce al desiderio inconscio di abbracciare l’universo e di liberare lo spirito, e nello stesso tempo, mette a fuoco le nostre paure più profonde. Ci costringe a guardarci allo specchio con le nostre incapacità e con i nostri limiti, ma nello stesso tempo ci sprona a non adagiarci sulle nostre illusioni e a riconsiderare lo sforzo del tentare il volo come qualcosa, comunque, di vitale in sé e per sé. Il percorso espositivo continua con Drawing, disegni che studiano il volo attraversato da piccole frecce, quelle stesse frecce che coprono i muri. Piccoli segnali del movimento, che suggeriscono l’uscita e che, poi, creano delle silenziose esplosioni. Il lavoro di Andrea Bianconi si caratterizza per l’incessante moto perpetuo di forme, segni e segnali di identità, una “topografia della conoscenza”, una enciclopedia di parole, suoni, respiri che fanno parte del suo mondo più profondo. Bianconi è un nomade delle idee, dove il suo corpo, il suo io, sono il canovaccio della sua ricerca. La sua vita si divide tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove a periodi vive e lavora. Noi siamo spettatori, ma riusciamo a interagire mentalmente, a entrare in sintonia col suo lavoro. Perché così come lui vuole vivere tutte le vite, anche noi siamo sensibilmente colpiti dalla sua vita d’artista.

Via del Podestà 11-44121 Ferrara (FE)
www.fabulafineart.com

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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