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Da: MartePress

I Moustache Prawn continuano il tour del nuovo disco “Erebus”, uscito nel febbraio 2015 per l’etichetta Piccola Bottega Popolare in coproduzione con MArteLabel. Dopo essere stati tra i protagonisti in numerosi appuntamenti italiani ed internazionali (a metà marzo sono stati invitati al prestigioso “South by SouthWest” di Austin – Texas), la band si esibirà in concerto a Ferrara per un imperdibile live. I Moustache Prawn saranno in concerto domenica 11 settembre a Ferrara presso il Contarock – Circolo Culturale Arci (via Massafiscaglia, 19 – h 23:00) in occasione della sesta edizione di Utòbarfest 2016. “Erebus” è un disco complesso, una storia di fantasia, una dichiarazione di impegno sociale, un grido di protesta e sopratutto tutte queste cose contemporaneamente. Nonostante la pretesa non fosse quella di creare un “opera”, i legami che ci sono tra storia e brani, tra testi e musica lo rendono certamente un “concept album”, con una narrazione ed una filosofia assolutamente personali. Il racconto narra le avventure di tre schiavi che lavorano per alcuni scienziati nelle Isole di Kerguelen, nei pressi del Circolo Polare Antartico. Gli scienziati operano in totale segretezza e cercano di modificare l’habitat naturale degli esseri viventi, compresi gli umani, variando alcune delle loro caratteristiche fisiche ed ambientali. Un giorno però, dal nulla, appare un’altra isola a qualche chilometro di distanza dalla scogliera, un evento che genera il caos: alcuni animali tentano la fuga, i sistemi di allarme impazziscono, e così via. I tre schiavi saranno catapultati sull’isola per far luce sul mistero. Si scoprirà che al suo interno vi abitano degli esseri chiamati Skratz, abitanti del nucleo terrestre da tempo immemore e regolatori dell’equilibrio climatico (e non solo) sulla Terra. Attraverso un piano geniale e l’aiuto dei tre schiavi, che dovranno scalare il Monte Erebus al fine di aiutare un anziano guardiano, essi proveranno a liberare le Isole di Kerguelen dagli scienziati e a riportare la normalità nell’arcipelago.

I Moustache Prawn nascono nell’estate 2008.I tre cominciano a suonare insieme quando Leo ha 17 anni e Giancarlo e Ronny appena 15, ispirandosi ad artisti come Nirvana, Sonic Youth, CCCP, The Cure, Kyuss. Successivamente, fortemente influenzati da sonorità post-punk, iniziano a comporre brani propri sotto il nome di Distopia. Nei due anni che seguono, il loro sound si orienta verso il rock e il brit-pop, ispirati da Radiohead, Arctic Monkeys, Interpol, John Spencer Blues Explosion;intanto Leo vince una borsa di studio a seguito della partecipazione a un concorso di letteratura.Nel2010 decidono di comporre brani in lingua inglese e la band assume la veste attuale: nascono così i Moustache Prawn. Nel 2011 si iscrivono al concorso Italia Wave, partecipano e vincono le selezioni provinciali a Brindisi ed accedono a quelle regionali, che vinceranno alle Officine Cantelmo a Lecce nell’ aprile 2011.Questo importante risultato servirà da trampolino di lancio per la band che comincia ad esibirsi in numerosi locali della Puglia e viene invitata come ospite in eventi e contest di rilievo regionale. Condividono il palco con artisti come Hugo Race, Diaframma e La Fame di Camilla. Nello stesso anno Rockit segnala la band tra le 13 band rivelazione dell’anno e inserisce il brano “Crucus” (ancora inedito) nella Compilation n.34.A novembre 2011 la band conclude la registrazione del suo primo disco “Biscuits”.Rockit, particolarmente colpito dal progetto, inserisce il brano “Crucus” (ancora inedito) nella Compilation n.34 .La band partecipa anche al Trofeo Rockit, vincendo le prime selezioni. Dall’inverno 2011 la band lavora con l’etichetta pugliese Piccola Bottega Popolare per la pubblicazione e il lancio dell’album che uscirà a Giugno 2012 col sostegno di Puglia Sounds. Nello stesso anno arrivano le prime date estere al White Trash di Berlino, al Reeperbahn Festival 2012 di Amburgo. Nel 2013 i Moustache riescono a qualificarsi tra i 48 semifinalisti dell’1MFestival per suonare sul palco del Concertone del Primo Maggio a Romae e riescono a esibirsi in club come il Circolo degli Artisti di Roma, l’EspacePopulaire di Aosta, il Club56 di Milano, le Lavanderie Ramone di Torino, il club HoxtonSquare di Londra durante Puglia Sounds in London 2013. Nel 2014 accedono ad altri importanti palcoscenici come il Collisioni Festival, il Villa Ada Festival, la Biennale Marte Live, il Liverpool Sound City 2014. A Febbraio 2015 esce “Erebus” il nuovo album di MoustachePrawn, una coproduzione tra Piccola Bottega Popolare e MarteLabel che li inserisce anche nel proprio roster booking.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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