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Da Apollo cinepark

Due appuntamenti speciali all’Apollo Cinepark di Ferrara la prossima settimana.
Lunedì 18 e martedì 19 (ore 21.00) arriva il film-evento “La musica del silenzio”. Distribuito da QMI Stardust – La Musica del Silenzio, è un biopic ispirato alla vita di Andrea Bocelli e liberamente tratto dall’omonimo romanzo. Il film diretto da Michael Radford racconta il percorso personale e musicale di Amos Bardi – alter ego di Bocelli – dall’infanzia agli allori della sua carriera. Squarci di una vita intesa destinata a grandi trionfi ma segnata da false partenze, dubbi, piccoli e grandi dolori.
A vestire i panni del celebre tenore, l’attore e musicista inglese Toby Sebastian affiancato da un cast internazionale:Antonio Banderas (nel ruolo del maestro di musica), Jordi Mollà (il padre), Luisa Ranieri (la madre), Ennio Fantastichini (lo zio), Nadir Castelli (la moglie) oltre a un cameo dello stesso Bocelli. Girato tra Roma, Pisa, Volterra, luoghi in cui il tenore è cresciuto, e sceneggiato da Anna Pavignano e Michael Radford, La Musica del Silenzio restituisce il ritratto di una figura ricca d’umanità. Nel film alcuni brani inediti, che Bocelli ha composto da giovanissimo e mai presentati finora.
Lunedì 18 alle ore 21.00 il film in lingua originale “Cars 3”, mentre martedì e mercoledì si riapre il calendario di “Apollo Arte e Cultura” con l’opera “Il Flauto Magico” di Mozart, in diretta dal Royal Opera House di Londra alle ore 20.15.
Distribuito da Nexo, l’opera al cinema rivive nell’incantevole produzione di David McVicar, con le scene di John Macfarlane. Il principe Tamino promette alla Regina della Notte che la aiuterà a salvare la figlia Pamina dal malvagio Sarastro. Tamino inizia la ricerca in compagnia dell’uccellatore Papageno, ma non tutto è come sembra. La classica produzione di David McVicar coglie sia gli aspetti solenni che quelli comici dell’opera di Mozart. Gli spettatori vengono trasportati in un mondo fantastico, fatto di animali danzanti, macchine volanti e spettacolari cieli stellati. La scenografia crea uno sfondo meraviglioso per la caleidoscopica partitura mozartiana, che erompe con il virtuosismo di coloratura della Regina della Notte, accarezza con i lirici duetti d’amore di Tamino e Pamina, e diverte con le gioviali arie di Papageno.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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