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da: organizzatori

Al Presidente del Consiglio Comunale di Ferrara
Al Signor Sindaco di Ferrara

OGGETTO: “Mozione verso la Regione Emilia-Romagna per una modifica delle aliquote Irap delle Asp in misura pari a quella prevista per le Cooperative sociali o in alternativa l’esenzione totale”.

PREMESSO CHE
• l’articolo 1, comma 299, della legge 23 dicembre 2005, n.266 (finanziaria per l’anno 2006), ha previsto che le Regioni possano avvalersi della facoltà di esentare le ONLUS dall’IRAP, ai sensi dell’articolo 21 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e possono estendere tale esenzione anche alle Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP), succedute alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB);
• le Regioni possono prevedere, in sostanza, l’applicazione dell’agevolazione deliberata ai fini IRAP in favore delle ONLUS anche in favore delle ASP «succedute» alle IPAB;
• la Regione Emilia-Romagna rientra nell’ambito di applicazione della suddetta normativa statale;
• la Regione Emilia-Romagna attualmente assoggetta le ASP alla massima aliquota prevista, 8,50, ai fini IRAP, mentre ha ridotto l’aliquota IRAP per le organizzazioni non
lucrative di utilità sociale (Onlus) e per le cooperative sociali immettendo il 3,21 per cento anziché il 3,90;
• alcune Regioni come il Piemonte hanno ridotto questa aliquota IRAP in questione nei confronti delle ASP al 4,25 mentre altre Regioni invece hanno previsto l’esenzione totale;
• la possibile riduzione dell’aliquota IRAP attualmente fissata per le ASP occorre tener presente che come chiarito dal decreto legislativo 68/2011 gli effetti finanziari derivanti dagli interventi di variazione di aliquote sono esclusivamente a carico del bilancio della Regione, cosi come producono effetto sul bilancio regionale i tagli accettati dalla Regione al Fondo sanitario nazionale in fase di riparto;
• la possibile riduzione avrebbe un effetto non drammatico per il bilancio regionale, ma decisamente miracoloso per i conti delle Asp che potrebbero chiudere i loro bilancio in pareggio o in attivo;
CONSIDERATO CHE

• la riduzione delle aliquote IRAP a carico delle ASP avrà un impatto per i soggetti che operano nell’ambito assistenziale, anche perché la componente del costo del lavoro incide in maniera significativa sul valore della produzione, essendo il numero e la qualifica del personale fondamentale per l’assistenza alla persona;
• dall’analisi dei bilanci delle ASP, presenti sul territorio regionale, emerge che un abbattimento del 50% del tributo IRAP (dall’8,50% al 4,25% come praticato dalla Regione Piemonte) determinerebbe, per la maggior parte delle ASP, la chiusura in pareggio dei bilanci, se la Regione determinasse un abbattimento tale da uguagliare le aliquote Irap a cui sono soggette le Asp a quello riservato al privato cooperativo, chiuderebbero addirittura in utile;
• è evidente la sperequazione, la distorsione fiscale che penalizza le Asp rispetto al mondo della cooperazione sociale, che già beneficia di altre agevolazioni;
• che per la Asp “Ad Personam” l’Irap versata alla regione corrisponde a 358.313,81 euro per il 2013 e 376.724,73 per il 2014.

INVITA LA GIUNTA REGIONALE E L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA

in attuazione dell’articolo 1, comma 299, della legge 23 dicembre 2005 n. 266 (disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)), a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data del 1° gennaio 2016, a disporre l’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive per le Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP) succedute alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza della Regione Emilia-Romagna, in misura pari a quella prevista per le Cooperative sociali o in alternativa l’esenzione totale.
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

a farsi promotore di questa iniziativa in ogni sede Istituzionale.
Con osservanza.

La Presidente del Gruppo Consiliare M5S
Dr.ssa Ilaria Morghen

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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